AL GUENDALINA

Salento, malore in discoteca per un 18enne Sindaco Gallipoli: "Colpa delle famiglie"

Si è sentito male dopo aver bevuto da una bottiglietta che alcuni ragazzi stavano facendo "girare". Inutili i tentativi di rianimarlo

09 Ago 2015 - 19:15

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Un 18enne, Lorenzo Toma, è morto dopo una serata trascorsa in discoteca. L'allarme è stato dato alle sei e trenta, quando una telefonata anonima ha segnalato la presenza di un giovane che si sentiva male nella discoteca Guendalina a Santa Cesarea Terme (Lecce). Ed è polemica dopo le parole del sindaco di Gallipoli che su Twitter scrive: "Se le famiglie esercitassero un po' più di controllo non morirebbe un 18enne la settimana in disco".

Salento, malore in discoteca per un 18enne Sindaco Gallipoli: "Colpa delle famiglie"

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Secondo quanto raccontato dalla sua fidanzata, il giovane ha avuto il malore e ha raggiunto l'uscita, dove poi è crollato. Alcuni testimoni hanno raccontato che il 18enne si sarebbe sentito male dopo aver bevuto da una bottiglietta. A nulla sono valsi i soccorsi e i tentativi di rianimarlo. Ora si attende l'autopsia sul cadavere, che è stato trasportato alla camera mortuaria dell'ospedale di Lecce.

La tragedia è avvenuta a pochi giorni dalla chiusura del Cocoricò per la morte di un 16enne dopo una serata a base di ecstasy.

Il post shock del sindaco di Gallipoli: "Colpa delle famiglie" - "Se le famiglie esercitassero un po' più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare". Questo il post che sta facendo discutere, scritto su Twitter da Francesco Errico, sindaco di Gallipoli.

Legale famiglia Lucaccioni: "Dichiarazione volgare e mediocre" - Non tarda ad arrivare la replica da parte del legale della famiglia di Lamberto Lucaccioni, il 16enne morto dopo aver assunto ecstasy durante una serata passata al Cocoricò. "La dichiarazione è di una tale mediocrità e volgarità oltre che lesiva del dolore di coloro che piangono i loro figli da non meritare alcuna risposta", ha detto infatti l'avvocato Roberto Bianchi.

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