"Non mi interessa sapere chi l'ha uccisa, perché nulla può ridarmi Sarah". Poi le accuse alle tv
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Mentre a Taranto continua il processo per l'omicidio di sua sorella Sarah, Claudio Scazzi ripercorre in un libro il dolore di questi lunghi mesi. Nessuna accusa diretta ai Misseri, solo riflessioni, sfoghi che non cadono mai nella ricerca dello scoop e nella provocazione. "Sono stanco di questo tutti contro tutti. Fa perdere di vista il punto. E il punto è che Sarah non c'è più", scrive Claudio.
Sono passati quasi due anni dal delitto di Avetrana, ma la ferita non accenna a rimarginarsi. Claudio, racconta il quotidiano "Il Messaggero", se la prende anche con le tv, colpevoli di aver innescato un circo mediatico che per settimane ha trasformato il paesino pugliese nella meta preferita di curiosi e turisti dell'orrore. E' proprio la gente che fa di tutto per finire davanti a una telecamera, che il fratello di Sarah accusa, perché "si vede lontano un miglio che non gliene frega niente di quello che è successo".
Parole a tratti dure, a tratti rassegnate a un destino immutabile: "Nulla può restituire Sarah alla vita. Oggi il futuro non mi fa più paura. Semplicemente non esiste più". Così non diventa indispensabile trovare un colpevole, perché Sarah non c'è più e per Claudio "non cambierà nulla".