Il numero due del gruppo era latitante da due anni e mezzo. Le accuse per lui sono associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e corruzioni in atti giudiziari
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Fabio Riva, figlio dell'ex patron dell'Ilva di Taranto, Emilio, è rientrato in Italia dopo due anni e mezzo di latitanza ed è stato subito arrestato all'aeroporto di Fiumicino. Riva, ai vertici del gruppo Ilva, era atteso in Italia dalla fine del 2012. L'uomo è accusato di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e corruzioni in atti giudiziari.
Appena sceso dall'aereo Alitalia proveniente da Londra, poco dopo le 21 Fabio Riva è stato preso in consegna dagli agenti della polizia di frontiera che, insieme con la gdf e alcuni uomini dell'Interpol lo hanno trasferito negli uffici di polizia giudiziaria, nel terminal 1 dello scalo romano, per notificargli l'ordinanza di custodia cautelare. Appena espletate le formalità burocratiche l'ex numero 2 dell'Ilva sarà trasferito momentaneamente nel carcere di Rebibbia.
A Londra, dove l'uomo aveva trovato rifugio per evitare il carcere era stato rintracciato dall'Interpol nei primi mesi del 2013, ma liberato poco dopo il suo fermo su cauzione. Per ben due volte i giudici inglesi avevano dato il via libera per l'estradizione in Italia e in entrambi i casi l'industriale aveva presentato Appello. Un'altra ordinanza di custodia cautelare fu emessa dal Gip di Milano, Fabrizio D'Arcangelo per una presunta truffa ai danni dello Stato da circa 100 milioni di euro, per cui Riva è stato già condannato in primo grado a 6 anni e mezzo di carcere.