PROCESSO SCAZZI

Sarah Scazzi, Cosima in aula tra le lacrime: "Se vogliono condannarci come Gesù..."

"Dopo la scomparsa di mia nipote, ho pensato avesse avuto un incidente", racconta in aula rendendo dichiarazioni spontanee durante il processo d'appello a Taranto

27 Feb 2015 - 22:54
 © ansa

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"Dopo la scomparsa di Sarah ho pensato avesse avuto un incidente". A raccontarlo, in lacrime, è la zia di Sarah Scazzi, Cosima Serrano, rendendo dichiarazioni spontanee durante il processo d'appello per l'omicidio della ragazzina. "Quel giorno - ricorda - sono andata a lavorare la mattina, sono tornata non prima delle 13.30 e a casa non c'era nessuno". Poi si corregge: "Michele era a casa, ma non sapevo dove esattamente".

Sarah Scazzi, Cosima in aula tra le lacrime: "Se vogliono condannarci come Gesù..."

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© ansa  | Cosima Serrano durante la dichiarazione spontanea resa durante l'udienza per l'omicidio di Sarah Scazzi
© ansa  | Cosima Serrano durante la dichiarazione spontanea resa durante l'udienza per l'omicidio di Sarah Scazzi
© ansa  | Cosima Serrano durante la dichiarazione spontanea resa durante l'udienza per l'omicidio di Sarah Scazzi

© ansa | Cosima Serrano durante la dichiarazione spontanea resa durante l'udienza per l'omicidio di Sarah Scazzi

© ansa | Cosima Serrano durante la dichiarazione spontanea resa durante l'udienza per l'omicidio di Sarah Scazzi

"Meno di 24 ore dopo la scomparsa di Sarah ho pensato: o l'hanno presa per farle violenza o qualcuno di San Pancrazio Salentino vuole vendicarsi per il padre", aggiunge Cosima, condannata in primo grado all'ergastolo insieme alla figlia Sabrina Misseri.

"Michele ha tentato due volte di aggredirmi" - "Mio marito - dice poi - ha tentato di aggredirmi due volte. La prima con un'accetta, la seconda volta in campagna con una pietra". Mentre parla Cosima ha un foglio in mano che non ha mai letto, e sta parlando a braccio da più di un'ora.

"Concetta sa che non c'entriamo nulla" - "Capisco mia sorella (Concetta Serrano), forse al suo posto avrei detto di peggio, ma in cuor suo sa che non c'entriamo nulla", dice rilasciando dichiarazioni spontanee al processo d'Appello a Taranto.

"Non c'erano gelosie o rancori tra di noi" - "Si è parlato tanto di invidia, gelosia - aggiunge - ma non ho mai sentito che tipo di gelosia, invidia, di quale rancore? Ci siamo sempre aiutati l'un l'altro tra genitori e sorelle, quando Concetta ha avuto bisogno di me sono stata sempre presente, sempre a disposizione, non me lo facevo ripetere due volte".

"Il fioraio racconta un sogno" - "Il fioraio - prosegue - racconta un sogno, è assurdo che Sarah si trovasse lì in strada e Anna Pisanò ha amplificato un sogno. Quel giorno Sarah non l'ho vista proprio, l'ho vista la sera prima". "Anche la ragazzina, Alessandra Spagnoletti, -continua Cosima - ha raccontato le cose come una poesia, era impossibile che potessi essere vestita come dice lei".

"Tutti sapevano che a Sabrina piaceva Ivano" - E ancora: "Tutti sapevano che a mia figlia piaceva quel ragazzo (Ivano Russo, ndr). Si appartavano? Meglio così. Ivano non era sposato, cosa c'e' di male? Non mi importa della vergogna che dice la gente. Mia figlia e' una persona con la testa sulle spalle".

"Se vogliono condannarci come Gesù..." - "Sono passati 2015 anni e Gesù Cristo venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate... Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti". E infine Cosima conclude le sue dichiarazioni spontanee con le parole "noi abbiamo fatto sempre del bene".

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