L'ex senatore: "Se sarò estradato, voglio essere affidato ai servizi sociali. Da 20 anni mi perseguitano per la storia di Mangano"
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L'ex senatore Marcello Dell'Utri, in clinica a Beirut, in Libano, afferma di considerarsi "un prigioniero politico" e di voler, in caso di estradizione, "essere affidato ai servizi sociali". Lo riporta Repubblica. "Io sono un prigioniero politico - afferma - perché la mia è una una sentenza politica: una sentenza già scritta di un processo che mi ha perseguitato per oltre 20 anni perché ho fatto assumere Vittorio Mangano come stalliere ad Arcore".
"Mangano - prosegue Dell'Utri - è una persona per me davvero speciale anche se aveva dei precedenti penali: per me Mangano era un amico e basta". "Sono venuto qui senza nascondermi - continua l'ex parlamentare di Forza Italia - e da quando sono a Beirut ho sempre usato il mio cellulare, che probabilmente poteva essere intercettato. Io sono partito con il mio nome e cognome, non ho usato altri mezzi".
"Io sono qui in ospedale e le posso assicurare che, come si dice a Palermo, 'meglio il carcere che una brutta malattia' e se sarò estradato in Italia - afferma ancora Dell'Utri secondo Repubblica - vorrei fare quello che fa il presidente Berlusconi: essere affidato ai servizi sociali. Ma io sono condannato per mafia e non posso assistere gli anziani come sta facendo lui. Posso solo assistere, se me lo permetteranno, i carcerati".
"Io sono sereno, tanto la partita si gioca tutta qui in Libano. Il mio avvocato Akram Azoury darà filo da torcere per l'estradizione. Sono in buone mani", aggiunge ancora, sottolineando ancora una volta che non meritava "di essere condannato, forse ho sbagliato nella scelta dei legali". "Sia chiaro una volta per tutte: non sono scappato dall'Italia, posso camminare a testa alta e spero che qui se ne rendano conto. Per fortuna per la mia estradizione conterà la politica".
Orlando: "Estradizione? Sono fiducioso" - Sono assolutamente fiducioso". Così il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in merito all'estradizione di Marcello Dell'Utri. "Sono assolutamente fiducioso - ha spiegato - perché mi attengo a ciò che è scritto nei trattati e parto dall'attività svolta dalla procura generale di Palermo e dal ministero della Giustizia. Credo ci siano tutte le condizioni per cui le azioni che abbiamo messo in campo possano andare a buon fine". "Abbiamo avviato nei tempi più rapidi tutte le procedure previste. Ci auguriamo altrettanta tempestività da parte delle autorità libanesi", ha concluso.