La denuncia in un post di una veterinaria

Terremoto, gli allevatori del Maceratese:senza stalle perdiamo tutto

Sono 600 le aziende agricole in ginocchio per il gelo che ha investito le zone colpite dalle scosse di agosto e ottobre. La veterinaria Barbara Marconi: "Solo promesse finora, ma negli allevamenti è una mattanza"

di Gabriella Persiani
16 Gen 2017 - 11:11

Sette maialini morti per non aver superato la loro prima notte di vita giacciono l'uno accanto all'altro a rappresentare il grido di disperazione degli allevatori del Maceratese rimasti senza stalle dopo le scosse di agosto e ottobre che hanno colpito l'Italia Centrale e che ora possono solo assistere impotenti a queste tragedie. "Solo promesse finora - racconta a Tgcom24 la veterinaria Barbara Marconi, responsabile sanitaria di alcune aziende di Pievebovigliana, 600 in tutto quelle in ginocchio sul territorio, che per prima via Facebook ha denunciato la situazione. - Le nuove stalle non sono mai arrivate; per il mangime abbiamo ricevuto solo aiuti privati e ora scarseggia; muoiono i nuovi nati, un dramma umano ed economico".

"Non possiamo più aspettare" "Nell'azienda dove ho fotografato i sette maialini morti - riferisce la veterinaria - ci sono 30 tra capre e pecore che devono partorire; anche un'altra scrofa ha perso la sua cucciolata e tra venti giorni tocca ai cavalli: non possiamo più aspettare". Il suo grido di dolore postato su Facebook e che riporta in primo piano 600 aziende agricole del Maceratese rimaste senza stalle a -18 gradi ha avuto un'ampia eco. L'Enpa ha raggiunto alcuni allevatori e sono tornati a farsi vedere i politici. "Dopo il post, un consigliere regionale è venuto a controllare la piazzola dove dovrebbero venire installate le stalle riscaldate - riferisce il titolare dell'azienda Albano Liberti - ma sui tempi non c'è stato detto niente. Stiamo vivendo una tragedia, per le vite e per il danno economico: tra venti giorni partoriranno dieci fattrici di cavallo trottatore italiano. Ho investito tutto su di loro".

Vitellini in pasto ai lupi, capretti congelati "Le 60 vacche che stanno nella recinzione all'aperto hanno visto i loro vitellini sbranati dai lupi - continua nel suo racconto dell'orrore la veterinaria. - I capretti muoiono congelati subito dopo il parto, perché il liquido amniotico non riesce ad asciugarsi. Ogni animale ha bisogno della sua stalla per le sue esigenze, ma le autorità ci hanno detto prima di non muoverci autonomamente perché sarebbero state multe e, ora, dopo la mia denuncia iniziano ad arrivare altre indicazioni: fate costruire pure senza versare soldi e intanto compiliamo moduli su moduli, mentre gli animali muoiono appena nati".

Fai-da-te contro la mattanza Il container dell'allevatore Liberti è stato acquistato autonomamente, altrimenti starebbe ancora sotto le tende. "Noi siamo quelli del terremoto di agosto, con Visso, Ussita, - ricorda Liberti - e senza il container staremmo ancora nella tenda. L'alternativa era spostarsi a Porto a Sant'Elpidio, ma come faccio a lasciare i miei animali? Sto cercando loro una sistemazione diversa, ma siamo tutti nella stessa situazione. Conigli, polli, maiali, capre, vacche, cavalli, è una mattanza".

"All'inizio era stato promesso anche il mangime, perché le nostre scorte sono sotto le macerie - conclude la veterinaria Marconi, - ma alla fine gli aiuti sono arrivati solo dai privati e ormai siamo rimasti agli sgoccioli".

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