CONFERMATO IL VERDETTO DI PRIMO GRADO

Costa Concordia, per Schettino confermata la condanna a 16 anni

Le accuse nei confronti dell'ex comandante della nave da crociera erano di ​ omicidio colposo, lesioni colpose, abbandono di incapaci e minori e naufragio colposo per l'incidente avvenuto all'isola del Giglio il 13 gennaio 2012

01 Giu 2016 - 09:28

Confermata la condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della Concordia a Francesco Schettino, l'ex comandante della nave. Lo ha deciso stasera la corte d'appello di Firenze. Le accuse erano di ​ omicidio colposo, lesioni colpose, abbandono di incapaci e minori e naufragio colposo per l'incidente, avvenuto all'isola del Giglio il 13 gennaio 2012: i morti furono 32.

La Corte ha anche disposto nei confronti dell'ex comandante della nave da crociera l'interdizione dai titoli professionali marittimi per cinque anni in relazione al delitto di naufragio colposo (in primo grado l'interdizione era solo per il comando di una nave e per l'uso del titolo di comandante), e lo ha condannato al pagamento delle ulteriori spese processuali.

La corte d'appello di Firenze ha anche rideterminato per parte dei naufraghi le somme a titolo di risarcimento danni, aumentandole di una media di 15mila euro circa a persona. Per il Comune del Giglio è stata confermata una provvisionale da 300.000 euro per il danno non patrimoniale. Soddisfazione parziale di alcuni legali di parte civile che hanno annunciato di voler proseguire nelle loro istanze per ottenere risarcimenti più consistenti.

Delusa la difesa di Schettino: "Dobbiamo capire perché i giudici di secondo grado sono arrivati a questo ragionamento, dobbiamo leggere le motivazioni, è chiaro che la sentenza non è andata incontro alle nostre argomentazioni", ha commentato l'avvocato Donato Laino.

Schettino è sempre stato assente alle udienze di Firenze per mantenere un basso profilo e per evitare la pressione mediatica. Un atteggiamento diverso da quello avuto nel processo di Grosseto, durante il quale ha assistito a quasi tutte le udienze, tranne che alla lettura della sentenza.

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