A Santa Maria del Fiore Bergoglio ha invitato vescovi e delegati Cei a "innovare" non essendo "ossessionati dal potere". In 55mila al Franchi di Firenze per la messa
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Bagno di folla per Papa Francesco in Toscana. Un viaggio intensissimo nel quale il Pontefice ha mandato i suoi messaggi sugli ultimi e il lavoro, denunciato la corruzione, ma soprattutto delinato una nuova "riforma", quella della chiesa italiana invitata ad essere "inquieta" e non "ossessionata dal potere", spinta ad innovare. Ma soprattutto indirizzata verso la fine della stagione del ruinismo.
E' questo il messaggio che Bergoglio ha dato al V convegno della Chiesa italiana organizzato dalla Cei, alla quale ha chiesto di rinunciare al potere, alla fissazione per le strutture, al mito della rilevanza, e di essere "chiesa delle beatitudini".
Prato - Il Papa e' arrivato di buon ora accolto da tantissima gente. "La sacralità di ogni essere umano - ha detto dal pulpito di Donatello e Michelozzo al duomo - richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno; mi permetto qui di ricordare i 5 uomini e due donne di cittadinanza cinese morti due anni fa a causa di un incendio nella zona industriale di Prato, vivevano e dormivano all'interno dello stesso capannone in cui lavoravano, e' una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni disumane di vita e questo non è lavoro degno". E' stato un richiamo forte, pronunciato in una citta' multietnica, a forte presenza cinese, dove, come ha ricordato il Pontefice, si puo' vivere negli stessi locali in cui si lavora, in 'loculi' ricavati sui soppalchi. E dove si può morire tra le fiamme, come accadde ai 7 operai, quasi tutti clandestini, nel Macrolotto di Prato, due anni fa.
L'accoglienza di Firenze - Una folla di persone lo ha atteso poi in piazza Duomo a Firenze. Nel resto della citta' fin dall'alba si e' respirata un'aria di altri tempi: niente auto e motorini, pochissime biciclette, solo quale mezzo delle forze dell'ordine, molti invece coloro che si sono recati al lavoro a piedi.
Discorso alla chiesa italiana - "Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre piu' vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con liberta'". Primate d'Italia, il Papa ha dedicato inoltre una parte significativa del discorso ai credenti che sono anche "cittadini", impegnati a costruire la casa comune, giacche' la nazione "non e' un museo".
Peppone e Don Camillo - Bergoglio ha insistito sull'importanza di una Chiesa vicina al popolo, altrimenti aggiunge "non andiamo da nessuna parte". E per spiegare meglio come "vivere la fede con umilta', disinteresse e letizia" ha citato la semplicita' di don Camillo "che fa coppia con Peppone". "Un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro".
Ribollita alla mensa della Caritas - Poi pranzo alla mensa della Caritas, con tanto di "tesserina" per entrare. Menu' tipicamente toscano: ribollita, pure', insalata, formaggio e macedonia. Ma anche cantuccini di Prato accompagnati da una piccolissima quantita' di vinsanto. Era la prima volta che il Papa mangiava la ribollita, come lui stesso ha detto ai presenti. "Lei e' la papessa, avete la papessa": cosi' Papa Francesco alla mensa dei poveri della Caritas di Firenze appellando, con divertimento, la responsabile che stava redarguendo gli ospiti affinche' si disponessero seduti nel refettorio per il pranzo con il pontefice.
55mila alla messa al Franchi - in uno stadio Artemio Franchi pieno in ogni ordine di posti, Bergoglio ha parlato della "sapienza di San Leone Magno", "che ci ricorda che non puo' esserci vera sapienza se non nel legame a Cristo e nel servizio alla Chiesa". "Mantenere un sano contatto con la realta', con cio' che la gente vive, con le sue lacrime e le sue gioie - ha detto nell'omelia - e' l'unico modo per poterla aiutare, formare e comunicare. E' l'unico modo per parlare ai cuori delle persone toccando la loro esperienza quotidiana: il lavoro, la famiglia, i problemi di salute, il traffico, la scuola, i servizi sanitari".
Allo stadio anche la moglie di Renzi - Il Premier non ha potuto essere presente alla visita del Papa nella sua Firenze ma allo stadio oggi era presente tutta la sua famiglia. "Sono qui come mamma, volevo che i bambini partecipassero a un evento storico", ha detto Agnese Renzi. "Questa - ha aggiunto - e' una festa meravigliosa, con bambini, mamme, nonni, padri per una grande accoglienza". Il Papa "e' un esempio grandissimo per tutti noi". E chiude sulle polemiche legate all'assenza di Matteo Renzi: "Nessun retroscena. E' a Milano, per impegni di governo, altrimenti avrebbe partecipato anche lui. E' a fare il suo lavoro".