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Pisa, operaio va 2 volte in un anno in crociera: arriva controllo fiscale

Dopo attenta analisi, gli addetti dell'Agenzia delle Entrate hanno rilevato che tutto era regolare: il secondo viaggio era stato acquistato con un'offerta speciale

16 Mar 2015 - 00:11
 © ansa

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Una crociera all'anno può andare per il Fisco. Due proprio no, se a farle è un operaio. Così è scattato il controllo. Protagonista un lavoratore dipendente di Santa Croce sull'Arno, nel Pisano. L'uomo, appassionato di viaggi, per essere stato insieme alla moglie due volte in crociera, una sera si è visto arrivare a casa gli addetti dell'Agenzia delle Entrate. I controlli hanno dimostrato che era tutto regolare: il secondo viaggio era low cost.

Situazione regolare, la seconda crociera era low cost - Ma la situazione sarebbe risultata perfettamente regolare: i due avrebbero acquistato la seconda crociera con uno sconto speciale. Il controllo è arrivato un mese dopo il secondo viaggio, pare verso l'ora di cena, quando personale dell'Agenzia delle Entrate si sarebbe presentato a casa dell'uomo ed avrebbe chiesto spiegazioni per verificare le proporzioni tra reddito annuo della famiglia e vacanze. Un controllo, pare, molto capillare.

La coppia ha però spiegato che una crociera sarebbe stata acquistata a prezzo di listino, ma la seconda sarebbe stata fatta usufruendo di uno speciale sconto che la famiglia avrebbe documentato al Fisco.

Dopo il controllo le polemiche, "il fisco si aggiorni, le crociere non sono più un bene di lusso" - La vicenda ha subito sollevato perplessità. "Tralasciando il fatto che forse l'Agenzia delle Entrate dovrebbe conoscere meglio il concetto di "offerta speciale" - ha commentato il parlamentare pisano del Pd Federico Gelli - e che le crociere non sono più da considerarsi un lusso per pochi, credo sia necessaria una revisione del sistema di controllo da parte dell'amministrazione finanziaria".

"Se gli uomini dell'Agenzia delle entrate si devono presentare alla porta per chiedere spiegazioni contabili e fiscali ai cittadini, essendo il servizio stesso pagato dai contribuenti - aggiunge Gelli - mi aspetterei una maggiore attenzione e un monitoraggio più intelligente, capace davvero di selezionare informazioni e andare a colpire chi realmente froda il fisco a danno di tutti noi. Un dato su tutti. In Italia accade talvolta che i titolari d'azienda si trovino a denunciare meno dei loro stessi dipendenti. Può bastare?".

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