L'identificazione grazie alle multe sanzionate e regolarmente pagate dalle prostitute per strada. In questo modo le Fiamme gialle sono riuscite a ricostruire il profilo fiscale delle donne e il loro patrimonio, sconosciuto all'erario
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Grazie alle multe ricevute in strada a Verona, dove offrivano le loro prestazioni sessuali a 50 euro, 26 prostitute, completamente sconosciute al fisco, sono state scoperte dalla Gdf. Ora dovranno all'erario circa 500mila euro mai dichiarati. Le squillo non sapevano che quelle multe da 450 euro, regolarmente pagate, sono state utilizzate come indicatori di reddito, assieme alla auto o i mutui per comprare case.
Ogni settimana scattano operazioni della polizia municipale con relative sanzioni. Nel tempo, grazie alle identificazioni delle prostitute sono state raccolte informazioni molto dettagliate: dove operano, quale auto usano per recarsi al lavoro, quanti clienti hanno per turno (la media è dai 10 ai 15 quelle in strada). Un patrimonio di dati passato nelle mani delle Fiamme gialle e diventato un grimaldello per scoprire il loro profilo fiscale.
In questi ultimi mesi sono state passate al setaccio le posizioni di 37 persone; alla fine per 26 donne sono emersi "elementi indicativi di redditività". La Guardia di Finanza ha riscontrato che la maggior parte di loro era totalmente sconosciuta al fisco, mentre solo due avevano presentato la dichiarazione fiscale per importi decisamente bassi - 11.000 e 4.200 euro all'anno - ben al di sotto del tenore di vita riscontrato dagli accertamenti.
Gli introiti del lavoro sono serviti soprattutto per compare appartamenti o auto di grossa cilindrata; ma anche per prendere in affitto case di un certo pregio in pieno centro a Verona. Tra i casi emersi quello di una donna che risultava priva di occupazione ma che riusciva a trovare il denaro per pagare un mutuo per l'acquisto di una casa, il canone d'affitto di un altro appartamento e le spese per l'auto di proprietà, non certo una utilitaria.