Il giovane, un 22enne che doveva rispondere di un reato commesso a 16 anni, ha accettato di percorrere i 1.500 chilometri da Siviglia a Leon: "Così la mia vita è cambiata"
Dall'8 aprile al 9 luglio: in tre mesi ha percorso a piedi i 1.500 chilometri che separano Siviglia da Leon, fino all'oceano e ritorno, lungo il Cammino di Santiago di Compostela. E così ha evitato il processo per furto. Per la prima volta in Italia, infatti, il pellegrinaggio è stato ammesso dal giudice del Tribunale minorile di Venezia come pena alternativa. Protagonista di questa storia un 22enne di origini nordafricane, residente in Veneto, che doveva rispondere di un reato commesso quando aveva 16 anni. Il giovane ha accettato la "sfida" e al ritorno ha commentato: "Mi è cambiata la vita". Ad accompagnarlo un volontario della Onlus Lunghi Cammini di Padova.
Il diario dell'espiazione alternativa Un pellegrinaggio che per il ragazzo è stato un percorso di espiazione, possibilità concepita dal diritto penale minorile e accordata dal giudice. Certo, ha fatto "un po' fatica ad adeguarsi alla nuova routine e alle regole, - si legge nel diario di viaggio del volontario che l'ha seguito, - ma si impegna e cerca di collaborare e di confrontarsi".
E piano piano nel racconto si entra nella difficile quotidianità: "Fuma tante sigarette e la sera si addormenta con difficoltà. Non vuole cedere alla tentazione di procurarsi del fumo, anche se l'astinenza gli causa un po' di ansia".
"Soprattutto nelle città più grandi la tentazione è più forte, - si continua a leggere nel diario - per cui si cerca di far coincidere le giornate di riposo con i soggiorni in paesini… Anche staccarsi dal cellulare non è facile. Diciamo che sa bene quali sono le regole che si è impegnato a rispettare, ma ogni tanto ci prova".
Con il lieto fine: nonostante la fatica, infatti, il 22enne "apprezza molto la bellezza del paesaggio e delle città". E al rientro in Italia ha commentato: "Così la mia vita è cambiata".