Il mezzo, con a bordo ragazzi tra i 14 e i 18 anni, è andato a sbattere contro un pilone. Accanto a una vittima sono stati trovati un martelletto e i vetri dei finestrini rotti
Sedici persone sono morte e 28 sono rimaste ferite in un grave incidente stradale avvenuto sull'Autostrada A4 nel Comune di San Martino Buon Albergo, in prossimità dell'uscita di Verona Est. Nell'incidente è rimasto coinvolto un autobus ungherese che si è poi incendiato: a bordo c'erano 56 persone, una comitiva di ragazzi tra 14 e 18 anni in gita scolastica che dalla Francia stava facendo ritorno a Budapest.
L'incidente è avvenuto poco prima di mezzanotte mentre il pullman stava percorrendo l'autostrada in direzione Venezia. In seguito allo schianto il mezzo ha preso fuoco. Alcuni degli occupanti, tra le urla e lo choc, sono riusciti a scendere. Il bilancio non è ancora definitivo, perché si stanno cercando altre due o tre persone che mancano all'appello.
I feriti più gravi, una decina, sono stati ricoverati negli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma. Una quindicina quelli meno gravi accompagnati nel nosocomio San Bonifacio. Gli altri, usciti indenni dall'incidente sono stati prima assistiti dal personale dellA polizia stradale e poi accompagnati dagli agenti in un albergo per la notte.
Al momento restano aperte tutte le ipotesi sulle cause della tragedia, anche quelle legate a un cedimento del mezzo o un malore del conducente. La polizia sta infatti vagliando diverse testimonianze, tra le quali quella di un camionista che ha raccontato di aver notato, una trentina di chilometri prima del luogo dell'incidente, problemi a una ruota del bus.
Il professore eroe - Il console generale d'Ungheria, Judit Timaffy, ha raccontato che "le persone che erano sedute nella parte posteriore del pullman si sono salvate rompendo i vetri e uscendo tra le urla e il panico. Un professore di educazione fisica ha salvato molti di quelli che erano a bordo rientrando nel mezzo. E' ricoverato con ustioni profonde sulla schiena".
"Una trappola di fuoco" - Il console ha anche incontrato alcuni dei ragazzi sopravvissuti, ancora sotto shock per l'accaduto. E ha riferito che dai loro racconti emerge un'unica immagine, quella di un autobus che si è trasformato "in una trappola che subito ha preso fuoco". "Si erano fermati circa un'ora prima a una stazione di servizio per fare una sosta - ha detto il console -. Poi erano ripartiti e molti mi hanno detto che avevano preso sonno e sono stati svegliati dall'impatto". Trovandosi in mezzo a una scena apocalittica, con urla, pianti, finestrini spaccati per mettersi un salvo, tentativi di aiutare gli altri a uscire.
Trovato martelletto accanto a una vittima: aveva rotto i vetri - Un martelletto accanto a una delle vittime, forse uno studente, e i vetri dei finestrini rotti: è quanto hanno trovato gli agenti all'interno del pullman. "Possiamo presumere - ha detto il dirigente della polizia stradale di Verona, Gerolamo Lacquaniti - che possa aver cercato di spaccare i finestrini per uscire dal bus, ma è morto in seguito ai traumi riportati nell'impatto. E' stato comunque un gesto eroico legato forse anche alla disperazione del momento che probabilmente ha consentito ad altre persone di uscire dal mezzo in fiamme".
Testimone: "Fumo dal motore ma non si è fermato" - "Ho visto il pullman sputare fuoco nero dal motore. Fumo e scintille. Eravamo all'altezza di Desenzano ho provato a segnalare il problema con il clacson e i fari ma non ho ottenuto risposta". Nella ricerca delle cause del tragico incidente di Verona peserà probabilmente anche la testimonianza del camionista slovacco che ha seguito a lungo il bus ungherese. L'uomo, che copre tutti i giorni la tratta Milano-Lubjana, è sconcertato. "Ho fatto di tutto - ha detto - ma il bus si è allontanato a 110 all'ora. L'ho ritrovato più tardi in fiamme".