La musica, la più astratta delle arti, accompagna i momenti belli e quelli brutti di una vita: nel libro 21 artisti raccontano il loro rapporto col dolore psicologico ma soprattutto fisico
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Dimentichiamo il Natale fatto di corse all'ultimo regalo o di cenoni sempre troppo ricchi. Proviamo ad isolarci da tutto questo e pensiamo alla parola "dolore", un dolore più fisico che morale. Fatto? "Dolore" cresce di pari passo con "male", "cura", "medicina" e/o "operazione chirurgica” (e fermiamoci qua). Nessuno ha sicuramente abbinato quel termine alla parola "musica". Eppure qualcuno l'ha fatto e ci ha scritto sopra un libro, raccontando il dolore (passato o presente) di artisti più o meno conosciuti. Si tratta di Giancarlo Passarella, poliedrico giornalista fiorentino d'adozione che ha scritto "Dolore no-te" per Romano Editore. Non un volume a scopo di lucro bensì pagine di divulgazione umana di come il dolore fisico possa diventare costruttore di arte anziché distruttore di vita.
Dietro alla pubblicazione, un preciso progetto scientifico, curato dall'Associazione Vincere il Dolore onlus: dal 2003 il professor Rocco Domenico Mediati ha lanciato una task force che punta a migliorare la qualità dell'assistenza ai malati e a sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni. A guidare il gruppo è il dottor Paolo Scarsella, al comando della struttura multidisciplinare dell'Ospedale Palagi di Firenze.
Cos'ha fatto Passarella? Ha girato l'Italia a caccia di storie di cantautori e artisti disponibili a parlare del dolore, quello descritto “solo” nelle loro canzoni o quello provato sulla propria pelle e quindi finito in una composizione musicale. Chi conosce il dolore e ne scrive sono Teresa De Sio, Mimmo Cavallo, Leandro Barsotti e Franco Simone. Chi ne porta i segni o vive ancora nella paura Ronnie Jones, Mariangela Di Michele e Andrea Lunardi.
Il 75enne Ronnie Jones (ha lavorato con i Rolling Stones e recitato nello scandaloso musical Hair) ha battuto un cancro. Mariangela di Michele, in viaggio di nozze negli Usa, è rimasta completamente bloccata: in Italia le hanno diagnosticato un'ernia cervicale che le comprimeva nervi e midollo. “Uno starnuto e sarei rimasta paraplegica” dice lei oggi fresca del suo disco “La stanza che mi manca”. Lunardi assemblea la staticità del suo corpo (atrofia muscolare spinale, scoperta a tre anni) alla dinamicità del suo pensiero e dell'amore per la musica, mixando brani da tutto il mondo nel suo studiolo a Gallicano, in provincia di Lucca. Ma le storie di artisti che convivono col dolore fisico non finiscono qua...
Giancarlo Passarella
Dolore No-Te
Romano Editore
Pagine 114, euro 13