Scelte di vita

Convivenza o matrimonio?

Come vivere l'amore in libertà e essere felici sotto lo stesso tetto

04 Feb 2015 - 08:00
 © agenzia

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Una volta trascorso il periodo iniziale di conoscenza, ogni coppia affronta un nuovo percorso di crescita, durante il quale emerge in modo sempre più forte la voglia di mettere in comune, intrecciarsi in maniera profonda, scegliere l'altro come compagno di viaggio. Ecco alcune riflessioni utili se desiderate vivere sotto lo stesso tetto.

È bene sfatare un mito duro a morire: il matrimonio cambia (in peggio) il dna della coppia solo se permettiamo che questo avvenga. Non è, infatti, una promessa davanti a un officiante o una firma a cambiare ciò che proviamo uno verso l'altro, bensì il sistema di ruoli che crediamo di dover seguire e che, in molti casi, può diventare il peso di una routine oppressiva.

Prima di prendere una decisione così importante per la coppia bisognerebbe cogliere l'opportunità per una profonda riflessione e rispondere con estrema onestà alla domanda: "Perché entrambi desideriamo fare questa scelta?". Ci si sposa, così come si può scegliere la convivenza, per tantissime ragioni, più o meno sensate o lecite rispetto l'autenticità di un rapporto d'amore. Sposarsi perché è consuetudine farlo, per la bellezza della festa o di un abito non è fra le motivazioni più nobili, né fra quelle intelligenti: essere credenti è una scelta di vita, non solo a livello matrimoniale. Se non ci si sente tale, è decisamente più saggio affrontare apertamente questo tema con il partner, sarà occasione anche per confrontarsi su una questione importante per il futuro, quale il tipo di educazione da dare ai figli.

In molti casi si congela l'idea del matrimonio a causa delle spese altissime per sposarsi: non è così. Ci si può sposare anche con una cerimonia molto semplice, insieme alle persone care e un aperitivo buffet; del resto sarebbe superficiale e ingiusto rinunciare a una scelta vissuta come importante solo per un motivo meramente legato alla questione economica. Invece, è fondamentale riflettere sul tipo di matrimonio che ognuno, all'interno della coppia, immagina. Questo evento non deve diventare una stressante prova di forza o una cartolina dalla superficie scintillante e falsata con cui dare dimostrazione di sé agli altri, ma un momento di intimità e unione con l'altro.

Nel caso in cui siano presenti dei minori, gode di una maggior tutela dal punto di vista legale la coppia sposata: per esempio una donna che decida di non lavorare per dedicarsi alle esigenze familiari potrà veder riconosciuti più facilmente una serie di diritti legati al mantenimento. È altrettanto vero che, nel caso di una convivenza, il fatto di scegliersi giorno dopo giorno può aiutare entrambi a restare più focalizzati sull'obiettivo di una felicità comune.

Convivenza, d'altro canto, non deve diventare una modalità per mettersi alla prova dandosi un alibi per fuggire più velocemente. Trasformare una coppia in un progetto di vita a due non è un'operazione che si possa fare con il codice civile sottobraccio: è necessario guardarsi negli occhi, agire nella massima onestà su ciò che si vuole, essere pronti a condividere... e nutrire un'immensa riserva di pazienza, di cui avremo bisogno in entrambe le scelte.

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