Dubbi esistenziali

Come sentirti realizzata al lavoro e in famiglia

Raggiungere i propri obiettivi e godere dei successi è più facile restando fedeli a se stesse

29 Set 2015 - 09:00
 © agenzia

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Quando ci si percepisce come donne realizzate? Quando sembra che la vita stessa sia un enorme puzzle in cui i pezzi di incastrano nel modo migliore. La realizzazione personale non è per tutte la stessa: ci sono donne che si sentono arrivate quando diventano madri o quando trovano l'amore della vita. Altre, invece, non possono scindere la realizzazione personale dai successi e dalle conquiste lavorative o sociali. Ciascun tipo di obiettivo è legittimo, non ne esistono di più o meno giusti. La via da seguire, per non sbagliare, è forse la più ardua ma anche la più sincera: restare fedeli a se stesse garantisce un'esistenza autentica, benché costellata da sfide.

Il lavoro dei sogni come obiettivo - Non sempre si può scegliere l'occupazione in base alle proprie inclinazioni o ai desideri di una vita. Ma è anche vero che mollare il colpo, arrendendosi alla crisi o allo status quo, non è una buona strategia verso la realizzazione personale. Dunque, pur svolgendo un lavoro che non è il proprio ideale, è importante continuare a cercare ciò che più si avvicina alla vera vocazione. Capire cosa si desidera davvero fare nella vita non è difficile se si abbandonano le categorie sociali imposte e ci si guarda dentro con sincerità.

Scelte personali autentiche - Esistono donne che, dal di fuori, sono felici e vivono un'esistenza "da rivista": una bella casa, un marito apparentemente perfetto, figli e magari anche un lavoro prestigioso. Ebbene, spesso questo tipo di donna nasconde un'infelicità tale da lasciare attoniti. Ciò accade quando si fanno scelte personali nel nome di un ordine imposto dagli altri, che siano essi i genitori o le esigenze di una società sempre più competitiva. Per sentirsi davvero realizzate, e incontrare anche la felicità, è necessario non abdicare alle proprie emozioni anche a costo di andare contro corrente rinunciando a privilegi o a giudizi positivi ma fittizi.

Amare l'avventura - Restare al sicuro, tra mura (domestiche ma non solo) che ben si conoscono, è rassicurante e azzera il rischio connesso all'ignoto. Però, un comportamento così statico ed eccessivamente prudente, soffoca sul nascere la possibilità di crescere come individui provando a confrontarsi con sfide diverse e realtà sconosciute. Spesso, per realizzarsi è necessario mollare gli ormeggi e virare verso lidi ancora inesplorati. Certo, si rischia di fallire e di soffrire. Ma anche imparare a gestire la delusione e la sconfitta, è una conquista fondamentale per crescere e realizzarsi come donne adulte.

Non farsi guidare dai bisogni altrui - Quante volte non si riesce a dire di no e si cede su qualcosa che proprio non si ha voglia di fare? Le circostanze della vita, purtroppo, prevedono un certo grado di disponibilità al compromesso per poter tenere in piedi relazioni e rapporti lavorativi. Però l'accondiscendenza da "quieto vivere" non dovrebbe sfociare nella rinuncia totale a sé e ai propri bisogni: imparare a dire no è difficile ma non impossibile ed è un atto dovuto per realizzarsi in maniera autentica sia sul lavoro sia in famiglia.

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