Non tutto ciò che viene dal passato è saggio, scopri quando è meglio affidarti solo al tuo istinto
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Tra le opinioni familiari non richieste, sono immancabili gli avvertimenti delle nonne. Custodi di preziosa saggezza, ma non sempre adatte ad aiutare le madri nel crescere i figli. Esistono, infatti, ancora numerose credenze e convinzioni relative all'educazione dei bambini e degli adolescenti, da non ritenersi valide, benché alcune possano essere rivisitate e attualizzate. Tra i consigli da non ascoltare ci sono sicuramente quelli riguardanti l'alimentazione, oltre a quelli in merito alla concessione di talune autonomie e libertà.
Non hanno mangiato abbastanza, se non li obblighi a nutrirsi non cresceranno - Partendo dal dato certo che le popolazioni occidentali assumano un numero di calorie eccessivo rispetto al proprio consumo, qualsiasi pediatra sarà concorde nell'affermare che quando un bambino ha fame mangia. Non vi è, dunque, pericolo di denutrizione in un figlio che fa i capricci, è temporaneamente inappetente o non gradisce un determinato cibo. Ciò che va improntato è un rapporto sano con l'alimentazione, evitando di conferire al cibo la dupplice valenza di obbligo-consolazione.
Quel gioco è troppo pericoloso, si farà male - Tranne che in determinati casi, scivoli e giochi simili non costituiscono di solito un reale pericolo per i piccoli di casa. Infatti, si tratta di strutture ludiche pensate appositamente per garantire l'incolumità dei bambini. Ovviamente, i bimbi vanno sempre controllati ma a distanza. Evitare qualsiasi tipologia di possibile rischio (ad esempio, che cadano o si sbuccino un ginocchio), sarà utile solo a diminuire l'ansia dell'adulto ma non costituirà un buon presupposto di crescita. Quest'ultima, infatti, è un percorso che necessita anche di sbagliare, cadere e rialzarsi.
Non è abbastanza grande per uscire con gli amici - L'età in cui si esordisce con l'autonomia "serale" non è determinabile in modo uguale per tutti, anzi va modulata tenendo conto di numerose variabili. Tra i fattori da considerare: grado personale di maturità del soggetto, capacità di saper gestire imprevisti e differenti orari di rientro calibrati a seconda dell'età. Dunque, non è il caso di avanzare no decisi, basati solo sulla paura materna-paterna. Ma, osservando il proprio figlio, si può decidere quando e come renderlo sempre più autonomo. Senza intrusioni esterne.
Non mandarlo in gita scolastica, piangerà tutto il tempo - Soprattutto quando un bambino è piccolo, la tendenza dei nonni è spesso quella di scoraggiare eventuali concessione di autonomia, che sembrano eccessive relativamente all'età del piccolo. Un esempio, su tutti, è la gita scolastica che prevede più notti fuori casa. Oppure, la classica colonia estiva. Uno dei primi fattori da considerare a proposito, è che queste strutture non sono lager e che gli insegnanti (o gli educatori, in genere) sono assolutamente preparati a qualsiasi evenienza. Inoltre, è vero che i bambini possono piangere perché sentono la mancanza dei genitori, ma si tratta di episodi passeggeri, di crisi che il più delle volte sono gestibili autonomamente dagli stessi bimbi.
Meglio con i nonni che al nido - Un grande classico, molto controverso tra le mamme. Se una donna ha necessità di tornare al lavoro quando il bambino è ancora piccolo, deve sentirsi libera di scegliere ciò che ritiene più opportuno e adatto all'educazione del proprio bambino. Se la mamma desidera che il piccolo resti con i nonni, ben venga. Ma se i genitori sentono che il nido possa essere una soluzione migliore dal punto di vista educativo, dovrebbero poter scegliere senza intrusioni o influenze familiari. L'asilo nido, infatti, è un luogo di crescita, educazione e sperimentazione. Un contesto di competenza e qualità, pensato appositamente per la serenità dei più piccoli. Se la questione mossa dai nonni riguarda la frequenza dei malanni, è vero che al nido i bimbi si ammaleranno spesso ma tutto ciò eviterà la stessa routine di malattie varie alla scuola materna.