Lo show più atteso

Prada Primavera Estate 2016: per innovare bisogna sovvertire

Lo show di Miuccia si riconferma il più atteso delle sfilate milanesi: tra costruzione e decostruzione, non delude neanche stavolta

25 Set 2015 - 12:00

    © agenzia

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Al secondo giorno di sfilate, dopo Gucci, Fendi e il soddisfacente primo round di passerelle, Milano Moda Donna gioca la sua carta speciale, ovvero lo show di Miuccia Prada. La stilista, da sempre punto di riferimento per tutti gli altri designer e amatissima dalla stampa di settore, non era presente fisicamente a causa di un grave lutto familiare, ma la sua estetica era invece ben visibile nell'atelier di via Fogazzaro.

Prada Primavera Estate 2016: per innovare bisogna sovvertire

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© Mondadori Foto  | Prada Primavera Estate 2016
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La Primavera Estate 2016 è un gioco intellettuale di costruzione e decostruzione, dove il principale indiziato è il classico tailleur da signora, quella stessa signora che ama sperimentare con il suo stile che da sempre è la donna immaginata da Miuccia.

L'ensemble bon ton gonna/giacca viene scomposto e ricomposto nei suoi elementi: la fantasia a righe confonde e ridisegna tasche, colletti e reverse, le gonne si compongono di sovrapposizioni di tessuti e lunghezze diverse. Gli orecchini diventano enormi e al posto della sciarpa si portano reti rigorosamente di colori a contrasto.

La camicia spunta fuori dalla gonna in un intrecciarsi di fantasie differenti che, quasi miracolosamente, creano un insieme convincente, i maglioncini si portano dentro la gonna stessa. I tessuti sono molteplici e preziosi mentre gli abiti scendono morbidi sul corpo fra linee che si intersecano.

Gli accessori non mancheranno di conquistare i clienti affezionati: dagli occhiali da sole alle borse, bauletti e tracolline dove righe e stampe pitonate convivono serenamente, fino ai sandali a righe e alle décolléte a punta squadrata. Ancora una volta Miuccia ricrea quell'equilibrio "squilibrato" che l'ha rese celebre, dove il cattivo gusto è usato come mezzo potentissimo per ridefinire quello che è considerato buon gusto.

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