QUATTRO ISTITUTI IN CRISI

"Salva banche", ok del Cdm: operazione a carico dei privati

Il governo interviene in aiuto di quattro istituti di credito in crisi, senza ricorrere a finanziamenti pubblici ed "evitando" il bail-in europeo che entra in vigore a gennaio 2016

22 Nov 2015 - 21:40

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Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge per il salvataggio di CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell'Etruria e CariChieti. Il provvedimento, spiega la nota del Cdm, consente di dare continuità all'attività creditizia - e ai rapporti di lavoro - tutelando pienamente i correntisti. La misura "non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche".

Salvataggio completamente a carico del sistema bancario - Le quattro banche, ad oggi commissariate, saranno salvate e potranno continuare ad operare grazie a 3,6 miliardi di euro interamente a carico del sistema bancario. In pratica verranno liberate dai crediti in sofferenza, aggiungeranno il prefisso 'nuovo' al proprio nome e verranno traghettate verso la cessione nel minor tempo possibile "al fine di massimizzare il prezzo di vendita".

"Evitato" il ricorso al bail in - Il Consiglio dei ministri, convocato in via eccezionale di domenica pomeriggio, ha dato il via libera al decreto legge che consente di tutelare "pienamente i correntisti" e, soprattutto, "non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione" ed esclude "il ricorso al bail in", ovvero al salvataggio delle banche in difficoltà con i fondi di azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100mila euro, meccanismo che sarà in vigore da gennaio 2016.

Il lungo braccio di ferro con la Ue - L'operazione è stata oggetto di un lungo braccio di ferro con l'Unione Europea, che ha sempre visto il ricorso al Fondo interbancario per la tutela dei depositi come una forma di aiuto di Stato. Ora invece il governo ha incassato il via libera all'operazione che, spiega il commissario Ue Margrethe Verstager, "riduce al minimo l'uso dei fondi pubblici e le distorsioni della concorrenza".

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