Il Cosiglio dei ministri convocato nel pomeriggio darà il via libera al decreto per la vendita del 40% di Poste. "In arrivo 6-8 miliardi - ha spiegato il premier Enrico Letta - che andranno a ridurre il debito pubblico"
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Ripartono le privatizzazioni: il Cosiglio dei ministri convocato nel pomeriggio darà il via libera al decreto per la vendita del 40% di Poste. "In arrivo 6-8 miliardi - ha spiegato il premier Enrico Letta - che andranno a ridurre il debito pubblico". In arrivo anche il decreto per il rientro dei capitali. Parte delle risorse recuperate, circa 400 milioni di euro, saranno utilizzate per finanziare la cassa integrazione.
Si conferma così l'intenzione del Governo Letta di stringere sul dossier privatizzazioni, con la dismissione parziale di nove società pubbliche annunciata a fine novembre. Il primo passo concreto è appunto il testo del decreto necessario per avviare l'iter per il gruppo Postale. Un provvedimento che dovrebbe essere affiancato, sempre durante il Cdm, anche dal decreto per avviare la cessione del 40% di Enav, l'ente di gestione del traffico aere.
Saccomanni: "Poste rimarrà sotto il controllo dello Stato" - "Si comincia con il 40% di Poste, poi vedremo", ha spiegato Maurizio Saccomanni, dal World Economic Forum di Davos. L'obiettivo resta comunque, ha precisato il ministro dell'Economia, di non rinunciare al controllo dello Stato che non diluirà la sua partecipazione sotto il 51%.
Poste, possibile collocazione in Borsa - Per Poste i tempi complessivi dovrebbero aggirarsi intorno a 5-6 mesi: la strada scelta, salvo sorprese, è quella di portare il 40% del gruppo postale in Borsa, con una collocazione in parte riservata agli investitori istituzionali e per la quota restante aperta al mercato retail dei risparmiatori. C'è attesa anche per la definizione delle condizioni con cui parte della quota sul mercato, si ipotizza il 5%, verrà riservata ai 145mila dipendenti postali.
Enav, si lavora su cessione a grandi investitori privati - Sul fronte di Enav la soluzione, al bivio tra Borsa e cessione diretta a grandi investitori privati, sembra propendere per questa seconda strada. Il Governo può contare sull'interesse già riscosso tra fondi di investimento dei Paesi del Golfo ed in Nord Europa. E gli stessi vertici Enav hanno auspicato l'ingresso di fondi di private equity e non di un partner industriale che "tenderebbe ad orientare a suo favore le scelte aziendali".