"Il guadagno non basta a ripagare il costo del capitale. E a soffrire di più sono i grandi gruppi"
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Fare impresa in Italia non è remunerativo perché il guadagno non è sufficiente a ripagare il costo del capitale. Questo l'allarme lanciato da Mediobanca, studiando i dati relativi all'attività di 2.032 società italiane. "Nelle attività industriali vi è stata una distruzione di ricchezza pari a 1,4 punti", sottolinea l'indagine. "I grandi gruppi - si legge - sono quelli che hanno sofferto di più, a differenza delle piccole e medie imprese".
La distruzione divalore, dice ancora la ricerca, ha risparmiato le sole imprese a controllo estero, graziealla elevata redditività del capitale.
Conviene di più investire in Btp che fare impresa
I Btp danno una remunerazionemaggiore rispetto a un investimento in un'industria italiana. "Nel 2011 ilcosto del debito è salito dal 5,6% al 6% - spiega la relazione-. I tassi sui Btp decennali sono passati dal 3,4% al 4,9%; ilrendimento netto del capitale (roi) realizzato dalle impreseitaliane (5,8%) è risultato insufficiente a remunerare ilcapitale proprio e di terzi (debito) impiegato nell'industria".
"Vi è stata una conseguente'distruzione' di ricchezza pari a 1,4 punti", spiega ancora larelazione. Secondo la ricerca, i gruppi industriali più grandihanno subito maggiormente questa 'distruzione di ricchezza',segnando un gap nel 2011 pari a 5,2 punti; va meglio ilcosiddetto IV capitalismo (imprese manifatturiere medie e mediograndi con azionariato italiano e non facenti parte di gruppipiù grandi), pure in negativo ma in misura assai piùcontenuta (medie imprese: -1,2; medio-grandi: -1,4).
"Ladistruzione di valore - prosegue la relazione - ha risparmiatole sole imprese a controllo estero, grazie alla elevataredditività del capitale (roi 2011 al 12,2% contro il 4,7%medio della manifattura). Anche il roe è stato nel 2011inferiore al rendimento netto degli impieghi finanziari in Btp,segnando un differenziale negativo di 1,5 punti. Si salvano ilmade in Italy (+6 punti) e il IV Capitalismo (medie imprese:+1,4 punti)".
Credito, si torna ad "aprire i rubinetti"
Lo studio dice poi che le banche nel 2011 sembrano averaperto un po' di più i rubinetti del credito all'industria anchese, guardando l'ultimo triennio, le imprese hanno fatto piùricorso a debito non bancario e a finanziamenti all'interno delgruppo. Secondo l'indagine, nell'ultimoanno è di nuovo aumentato il credito bancario (+4,6 miliardi)che ha coperto circa l'80% del maggior debito finanziariocontratto (+5,8 miliardi).
Guardando invece all'ultimo triennio c'è stataun'importante contrazione del debito bancario a medio lungotermine (-18,3 miliardi) e un'espansione di quello a breve(+6,8 miliardi), con conseguente riduzione dei finanziamentibancari per circa 11,5 miliardi. Considerando però che nellostesso triennio i debiti finanziari complessivi sono aumentatidi 6 miliardi, le imprese hanno fatto ricorso a maggiore debitonon bancario per 17,5 miliardi, reperiti per 13 miliardi conobbligazioni e per 4,5 attraverso finanziamenti intercompany ecioe' all'interno del gruppo (essenzialmente a breve).