PRONTI AD AGIRE

Bce: interverremo dopo avvio fondo salva-StatiPiù disoccupati, aziende a rischio insolvenza

Il mercato del lavoro ripartirà solo dal 2014. E scendono ancora le stime del Pil

09 Ago 2012 - 14:03
 ©  Afp

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La Banca centrale europea "può condurre operazioni di mercato aperto definitive di entità adeguata a conseguire il proprio obiettivo", nell'ambito del proprio mandato e dopo l'attivazione del salvataggio tramite i fondi Efsf-Esm da parte dei Paesi in difficoltà. Lo si legge nel bollettino mensile della Bce. L'euro, sostiene la Bce, è "irreversibile", e "i premi per il rischio connessi ai timori sulla reversibilità dell'euro sono inaccettabili".

Imprese italiane, cresce il rischio insolvenze
E il documento stilato da Francoforte sembra un bollettino di guerra, tra rischi insolvenze, Pil in calo ed effetti contagio. L'Eurotower mette in guardia dai rischi di insolvenze per le imprese nel nostro Paese. Esaminando il trend del finanziamento delle banche alle imprese, il rapporto dice che al complessivo aumento dell'incertezza dovuto alla crisi gli operatori sono meno propensi a fare credito alle imprese per l'aumento dei rischi "di insolvenza, che sono cresciuti sostanzialmente nel periodo". "Tra i Paesi più grandi dell'area dell'euro - si legge ancora - l'incremento è stato particolarmente pronunciato per le imprese italiane e piuttosto moderato per quelle olandesi e tedesche".

Disoccupazione, la situazione migliorerà solo dal 2014
Quadro in netto peggioramento anche per il mercato del lavoro, con le stime sulla disoccupazione in peggioramento sia per il 2012 sia per il 2013, rispettivamente all'11,2% della popolazione attiva (dall'11% precedente) e all'11,4% (dal 10,9%). La situazione dovrebbe tornare a migliorare solo nel 2014, con il tasso dei senza lavoro indicato dagli esperti della Bce al 10,8%. 
Le cause principali che hanno determinato la revisione al ribasso delle stime sulla crescita economica dell'Eurozona stanno nell' "intensificarsi delle misure di austerità per il risanamento dei conti pubblici di alcuni paesi dell'area euro" e nelle "accresciute incertezze circa la risoluzione della crisi del debito sovrano, nell'ulteriore peggioramento del clima di fiducia, nelle maggiori incertezze e nella contrazione della domanda. Un fattore positivo potrebbe essere il deprezzamento dell'euro che potrebbe favorire le esportazioni.

Ai governi: attivino i fondi salva-Stati in caso di necessità
I governi dell'Eurozona "devono essere pronti ad attivare l'Efsf/Mes nel mercato obbligazionario in caso di circostanze eccezionali nei mercati finanziari e di rischi per la stabilità finanziaria, nel rispetto di condizioni rigorose ed efficaci in conformità con le linee guida stabilite". La Bce spiega che l'osservanza degli impegni assunti dai governi e l'assolvimento del ruolo dei fondi salva-Stati rappresentano condizioni necessarie. Da parte sua l'Eurotower, "nell'ambito del proprio mandato di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine e nel rispetto della propria indipendenza nel determinare la politica monetaria, può condurre operazioni di mercato aperto definitive di entità adeguata a conseguire il proprio obiettivo" e prenderà in considerazione eventuali altre misure non convenzionali se necessario per ripristinare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

Rifinanziamenti, forte domanda alla Bce da Italia, Spagna e Francia
Nel 2011 "sono state sopratutto le banche in Italia, Spagna e Francia a trainare la domanda di rifinanziamenti della Bce", scrivono gli esperti di Francoforte, esaminando l'andamento della crisi finanziaria e ricordando che "alla fine del 2008 e nel 2009, il ricorso era particolarmente elvato per quei Paesi sottoposti ai programmi di aggiustamento dell'Ue-Fmi". Gli altissimi livelli di partecipazione registrati nel 2011 sono riconducibili all'aggiudicazione della prima asta a tre anni. A differenza delle banche tedesche.

"Crisi, effetto contagio in Spagna e Italia"
La crisi del debito sovrano scoppiata nel maggio 2010 "riguardava inizialmente gli andamenti avversi delle finanze pubbliche greche, ma si è poi estesa a Irlanda e Portogallo; in seguito, anche la Spagna e l'Italia sono state oggetto di un più attento scrutinio da parte dei mercati", scrive ancora la Bce. "La mancanza di fiducia riguardo alla determinazione dei governi nell'affrontare la crisi, insieme all'assenza di un meccanismo di risoluzione efficace, si è poi trasmessa ad altri Paesi, in un fenomeno conosciuto come 'contagio'".
In pratica il deterioramento delle condizioni in un singolo Paese "ha acquisito il potenziale di impattare sull'area dell'euro nel suo complesso". 

Sui mercati torna la volatilità
L'incertezza sull'evoluzione futura dei mercati obbligazionari dell'area dell'euro, misurata sulla volatilità implicita di questi ultimi, "è diminuita nella prima metà di luglio, per aumentare di nuovo alla fine del mese", riportandosi a un livello prossimo a quello osservato a fine giugno. La Bce, sottolinea poi che i minimi storici raggiunti dai rendimenti dei titoli di Stato di Paesi dell'Eurozona con rating AAA (-40 punti base all'1,8% circa) e negli Stati Uniti "sono da ascrivere alle riallocazioni verso investimenti sicuri, nonché al deteriorarsi delle prospettive di crescita". Un'ulteriore pressione al ribasso sui prezzi dei titoli di Stato a lungo termine con rating AAA è, inoltre, venuta dalla decisione di Moody's alla fine del mese, di attribuire un outlook negativo al rating di Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Pil 2012, giù le stime
E previsioni negative arrivano anche sul fronte dell'economia: i previsori della Bce hanno infatti abbassato ulteriormente le stime di crescita del Pil del 2012 e del 2013, portandole rispettivamente a -0,3% da -0,2% e a +0,6% da +1%. Per il 2014 gli esperti dell'Eurotower mettono in conto un rimbalzo più consistente rispetto all'anno precedente dell'1,4%. Le aspettative per l'inflazione sono rimaste al 2,3% per quest'anno mentre sono state riviste al ribasso per quelle del prossimo anno, all'1,7% dall'1,8%. Nel 2014 l'inflazione si dovrebbe attestare invece sull'1,9%.

Il reddito non cresce e i risparmi sono ai minimi storici
Il tasso di risparmio delle famiglie "si è stabilizzato su livelli prossimi ai minimi storici". La crescita annuale del reddito disponibile in termini nominali nell'area dell'euro "è diminuita ulteriormente nel primo trimestre, all'1,7%, dopo il calo considerevole di 1 punto percentuale, all'1,8%, nel trimestre precedente", lo evidanzia la Bce.

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