IL CONSIGLIO

Ocse: "Imu? Prima tagliare le tasse sul lavoro"

L'organizzazione stima una riduzione del Pil 2013 dell'1,5%. Il che rende "impossibile un calo delle imposte significativo"

02 Mag 2013 - 16:22
 © Ansa

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Nell'ultimo rapporto sull'economia dell'Italia l'Ocse individua tra le priorità la riduzione "ampia e prolungata" del debito pubblico, la crescita e l'occupazione. Con una stima di un taglio del Pil 2013 dell'1,5%, l'organismo si sofferma sull'occupazione. "La prima cosa da tagliare sono le tasse sul lavoro", afferma il capoeconomista Ocse, Pier Carlo Padoan. "Ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre l'Imu", conclude.

Impossibile ora calo tasse significativo - Con queste previsioni di calo del Pil, prosegue l'Ocse nel suo rapporto, in Italia "è impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello complessivo dell'imposizione".

Debito-Pil Italia 2014 al 134% - Secondo le stime dell'Ocse, il rapporto debito/Pil dell'Italia a fine 2014 arriverà al 134%. La percentuale potrebbe però "aumentare ulteriormente qualora non si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione" nel corso di quest'anno o del prossimo.

Banche italiane ancora esposte a rischi - L'Ocse punta il dito anche contro una debolezza italiana. "Sebbene il sistema bancario si sia rivelato complessivamente solido, diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficoltà e il settore finanziario resta esposto a rischi sistemici". L'organismo internazionale consiglia quindi al nostro Paese di "incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite", ad emettere nuove azioni o a cedere attività non strategiche. Attualmente, "le banche italiane registrano in media un indebitamento inferiore ai loro omologhi europei. Tuttavia, con il persistere della recessione, il livello già elevato di crediti in sofferenza è in aumento e rimane un'importante fonte di preoccupazione".

"Con riforme forse fuori da crisi nel 2013" - Il rapporto sull'economia italiana mostra tuttavia anche elementi di positività. L'Italia "ha avviato un ambizioso programma di riforme", che insieme alle misure intraprese dall'Eurozona "ha ridotto i rischi di rallentamento economico, e potrebbero aiutarla a uscire dalla recessione già nel corso del 2013", si legge. Gli effetti benefici di questi interventi, sottolinea però l'organizzazione, "richiederanno tempo per materializzarsi, a causa del clima di scarsa fiducia, del ritmo lento della ripresa negli altri Paese e della necessità di proseguire sulla strada del consolidamento fiscale".

"Mercato del lavoro più inclusivo" - Invece di tentare di preservare i posti di lavoro esistenti - prosegue l'Ocse - l'Italia deve "promuovere un mercato del lavoro più inclusivo, accrescendo l'occupabilità attraverso un sostegno attivo alla ricerca di lavoro e alla formazione, accompagnato da una più ampia rete di protezione sociale". La riforma del 2012, per l'organizzazione, è un "un primo tentativo" di "affrontare in modo esaustivo le debolezze del mercato del lavoro". Ora, si dovrà riorientare il sostegno verso la "flexicurity". Una maggiore flessibilità nelle assunzioni e nei licenziamenti dovrebbe essere associata a "politiche più efficaci in materia di ricerca di posti, di attivazione e formazione, e di attuazione del sistema di protezione sociale universale previsto".

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