Passiamo da "BBB+" a "BBB" per colpa delle stime del Pil che sono meno rosee del previsto
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L'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato l'Italia da "BBB+" a "BBB", con un outlook negativo. Lo ha annunciato la stessa agenzia in una nota. L'economia italiana si contrarrà quest'anno dell'1,9%. Il downgrade è legato "all'ulteriore peggioramento delle prospettive economiche", spiegano da S&P che prevede un debito al 129% alla fine del 2013.
L'outlook rimane negativo, riflettendo una possibilità su tre di un nuovo downgrade nel 2013 o nel 2014, spiega l'agenzia di rating. A pesare sulla decisione sono soprattutto due fattori: l'ulteriore indebolimento dell'economia e la mancata trasmissione sull'economia reale della politica monetaria espansiva della Bce con i tassi dei prestiti alle imprese che rimangono ben sopra i livelli pre-crisi.
S&P: "Conti a rischio per Imu e Iva" - "Nel 2013 gli obiettivi di bilancio in Italia sono potenzialmente a rischio per il differente approccio nella coalizione di governo" per coprire un disavanzo "frutto della sospensione dell'Imu e del possibile ritardo del pianificato aumento dell'Iva". Lo afferma Standard & Poor's.
Letta: "Chi pensa che tutto va bene, sbaglia di grosso" - L'abbassamento del rating dell'Italia da parte di S&P dimostra che "la situazione rimane complessa" e che l'Italia resta un "vigilato speciale". Lo ha detto il premier Enrico Letta: "La situazione rimane complessa, chi pensa che a livello internazionale sia tutto risolto si sbaglia di grosso".
Tesoro: "Bocciatura non condivisibile" - Il taglio del rating riflette motivazioni retrospettive e non tiene conto delle azioni intraprese dal governo per la ripresa. E' questo il commento che una fonte del Tesoro riferisce a Reuters. "Complessivamente le motivazioni non sono condivisibili. Viene messo l'accento sulla bassa crescita e sulla competitività, ma non si tiene conto delle azioni intraprese", ha commentato la fonte. Secondo la fonte del Tesoro infine si tratta di motivazioni che "riflettono più una valutazione retrospettiva piuttosto che prospettica".