La provocazione: "Abbiamo le alternative necessarie per realizzarle ovunque nel mondo"
© LaPresse
"Le condizioni industriali in Italia rimangono impossibili". Lo ha detto Sergio Marchionne, durante una conference call. Marchionne ha detto che Fiat potrebbe produrre i nuovi modelli Alfa Romeo non in Italia ma all'estero. "Abbiamo le alternative necessarie per realizzare le Alfa ovunque nel mondo", ha affermato. Parole pesanti, foriere di una nuova polemica.
''Rimango open minded, non ho pregiudizi'', afferma Marchionne, insistendo sulla necessità che il governo riempia il vuoto lasciato dalla sentenza della Corte Costituzionale (''stiamo cercando di capire le implicazioni della sentenza per le nostre attività in Italia, per ora dal governo non ho visto nulla'', dice).
Venerdì la Fiat ne parlerà con i sindacati e poi ci sarà l'atteso incontro con il leader della Fiom, Maurizio Landini: ''vedremo il risultato'', dice Marchionne. Anche il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, conta di incontrare il manager Fiat prima del 10 agosto. Sul tappeto il futuro di due fabbriche importanti, quelle di Mirafiori e Cassino: per entrambe la cassa integrazione è agli sgoccioli, a Torino finirà il 30 settembre, nell'altro stabilimento a fine anno. Se gli investimenti non si sbloccano il futuro di entrambi e' ad alto rischio, con risvolti occupazionali drammatici. Il ministero dello Sviluppo Economico ha convocato invece domani il tavolo per gli stabilimenti già chiusi di Termini Imerese e Irisbus.
Marchionne non vede per il mercato europeo dell'auto alcuna svolta fino al 2015, anche a causa della forte competizione tra i costruttori. E' invece soddisfatto dei conti del gruppo. L'Europa dimezza le perdite e Fiat chiude il secondo trimestre con un utile netto di 435 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all'analogo periodo del 2012, un utile della gestione in aumento del 9% a oltre un miliardo di euro e ricavi in crescita del 4% a 22 miliardi.
Il gruppo conferma i target 2013, mentre Chrysler, che chiude il secondo trimestre con un utile netto a 507 milioni di dollari, in aumento del 16%, rivede il target del reddito operativo nella forchetta tra 3,3 e 3,8 miliardi di dollari rispetto all'obiettivo di 3,8 miliardi indicato precedentemente e quella dell'utile netto 2013 a 1,7-2,2 miliardi di dollari dai 2,2 miliardi precedente previsti.