L'economia migliora dell'1% contro l'1,7% dell'area euro. Continua la fase positiva dell'occupazione, che però frena. E rallenta anche la spesa delle famiglie per l'effetto inflazione
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L'Istat rivede al rialzo di 0,1 punti percentuali le indicazioni sul Pil per quest'anno. "Nel 2017 si prevede un aumento del Prodotto interno lordo pari all'1,0% in termini reali" è la nuova stima. "Nell'attuale quadro previsivo si ipotizza una dinamica più sostenuta del commercio mondiale che favorirebbe le esportazioni - si spiega -. Il tasso di crescita diventa così lievemente superiore a quello registrato nel 2016 (+0,9%)".
Resta il gap con l'Europa - L'economia nel nostro Paese migliora dunque, anche se il dato rimane inferiore a quello stimato per l'area euro nel suo complesso, dove la crescita quest'anno viene prevista all'1,7%, sempre secondo le anticipazioni pubblicate dall'Istat. A livello mondiale, quest'anno la crescita del Pil viene data al 3,4%, con un +1,9% nei Paesi avanzati e un +4,3% negli emergenti. Gli Usa dovrebbero crescere del 2,2%, mentre per il Giappone il progresso previsto è pari all'1,2%.
Il gap resta anche considerando i numeri del primo trimestre 2017, periodo in cui il livello del Pil italiano è cresciuto dell'1,9% contro il 3,5% dell'area euro. Tra i principali Paesi europei solo la Francia ha mostrato miglioramenti simili a quelli italiani (+2,1%). Andando nel dettaglio, tra gennaio e marzo 2017 si registra una variazione congiunturale pari allo 0,2% contro un +0,5% nell'area euro.
Occupazione, la fase positiva continua, ma rallenta - Si segnala inoltre il miglioramento dei livelli occupazionali, che dovrebbe proseguire nel 2017, a +0,7% in termini di unità di lavoro, dato che segnerebbe comunque una decelerazione rispetto agli anni precedenti. La riduzione della disoccupazione osservata negli ultimi anni, secondo il documento, andrà avanti anche nel 2017, con un tasso previsto pari all'11,5%.
Effetto prezzi, rallenta la spesa delle famiglie - I consumi saranno in positivo anche nel 2017, ma "in rallentamento rispetto al 2016". L'Istat sottolinea che "la spesa delle famiglie e delle istituzioni sociali private in termini reali è stimata in aumento dell'1%" dopo l'1,4% del 2016. Da una parte c'è infatti una spinta "alimentata dai miglioramenti del mercato del lavoro", dall'altra invece c'è l'inflazione, con il "conseguente contenimento del potere d'acquisto", che limita, seppure "parzialmente", la crescita dei consumi.
Rischi al ribasso da export e tensioni sui mercati finanziari - Se gli indicatori sono nel complesso positivi, arrivano però "rischi al ribasso da una più moderata evoluzione del commercio internazionale e dall'eventuale riaccendersi di tensioni sui mercati finanziari", scrive l'Istat nel suo rapporto. Invece "una ripresa più accentuata del processo di accumulazione del capitale, legata al miglioramento delle aspettative delle imprese, costituirebbe un ulteriore stimolo per l'attività economica".