Di conseguenza nel secondo trimestre si è registrata una diminuzione della propensione al risparmio dello 0,2%
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Nell’ultimo resoconto sui conti economici trimestrali l’Istat ha rivisto leggermente al ribasso la stima sulla crescita del Pil nel secondo trimestre del 2017, passando dal +0,4% delle precedenti rilevazioni al +0,3%. Rispetto allo stesso trimestre di un anno fa il progresso rimane del +1,5%, mentre il dato acquisito per l’intero anno è del +1,2%, non troppo lontano dalle previsioni contenute del DEF.
Ma, nonostante la ripresa generale del Paese, le famiglie hanno ancora qualche difficoltà. L’Istituto nazionale di statistica ha infatti registrato una diminuzione dello 0,2% della propensione al risparmio – ovvero il rapporto tra quanto viene accantonato e il reddito lordo disponibile – che, scendendo al 7,5%, ha toccato il valore più basso dal 2012. Come spiega l’Istat la diminuzione è frutto di un aumento della spesa per consumi superiore a quella dei redditi.
Dalle serie storiche si può notare infatti come a fronte degli aumenti congiunturali dello 0,4% nel secondo trimestre e dell’1,3% nel primo che hanno interessato la spesa per consumi, il reddito disponibile lordo sia aumentato soltanto di pochi decimi di punto (+0,2% nel secondo trimestre e +0,5% nel primo).
Andamento simile è osservabile anche nel confronto tendenziale. Rispetto al secondo trimestre di un anno fa la spesa per consumi finali delle famiglie è aumentata del 2,7% e del 2,6% rispetto al primo trimestre, mentre il reddito lordo disponibile ha registrato, rispettivamente, un +0,9% ed un +1,3%.
In calo, invece, gli investimenti fissi lordi: tra il primo ed il secondo trimestre de 2017 si registra infatti una flessione dello 0,2%, mentre risulta positivo il confronto con lo stesso periodo di un anno fa, +2,4%.