Per Transparency International, il peggioramento di un punto dell’Indice di percezione della corruzione comporta una riduzione annua del Prodotto interno lordo e del reddito pro-capite
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Dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “C'è una corruzione che vediamo diffusa come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita". Una dichiarazione confermata da alcune rilevazioni (in Italia la corruzione percepita è a livelli elevati, sostengono Ocse e Transparency International), con conseguenze inevitabili sulla crescita economica del Paese.
Stando ad un recente report dell'Organizzazione per la Cooperazione per lo sviluppo economico, l'Italia è il Paese con la più alta corruzione percepita – vicino al 90% – in tutta l'area Ocse. Un risultato negativo che induce ad una necessaria riflessione. Il motivo? Il costo della corruzione non è solo economico, osserva lo studio. Secondo cui, ad esempio, vi è una "forte relazione" tra la corruzione percepita e la fiducia nel governo: più è alta la prima, più è bassa la seconda.
La corruzione danneggia il sistema Paese, causando danni che – per quanto difficilmente quantificabili: la corruzione è un fenomeno sommerso – influenzano negativamente l'intera economia. Stando ad un'analisi condotta da Transparency International, un'organizzazione non governativa internazionale, il peggioramento di un punto dell'Indice di percezione della corruzione (Cpi) in un campione di Paesi comporta una riduzione annua del Prodotto interno lordo (Pil) pari allo 0,39%, del reddito pro capite pari allo 0,41% e riduce la produttività del 4% rispetto al Pil.
E così, considerando che nell'arco di dieci anni (dal 2001 al 2011) il nostro Paese ha assistito ad un calo del proprio punteggio nel Cpi, sceso da 5,5 a 3,9, uno studio di Unioncamere stima una perdita, dovuta alla corruzione, pari – in termini di Pil – a circa 10 miliardi di euro annui, circa 170 euro di reddito pro-capite l'anno ed oltre il 6% in termini di produttività, con conseguenze (inevitabilmente negative) sull'economia e sull'attività delle aziende: ad esempio, imprese 'sane' tendono a non partecipare a gare d'appalto percepite come truccate.
Quelle stesse imprese che, stando ad uno studio della Banca Mondiale condotto su un ampio numero di Paesi, se costrette a fronteggiare una pubblica amministrazione corrotta, crescono in media quasi del 25% di meno rispetto quelle che, invece, non devono fare i conti con tale problema; mentre le piccole imprese hanno un tasso di crescita delle vendite oltre il 40% inferiore rispetto a quelle di grandi dimensioni.