Dati pesanti dall'Istituto di statistica, secondo cui la caduta produttiva dell'industria e il brutto momento della domanda interna condizionano gravemente il nostro Paese
"L'economia italiana ha interrotto la fase di crescita, condizionata dal lato della domanda dal contributo negativo della componente interna e dal lato dell'offerta dalla caduta produttiva del settore industriale". Così l'Istat nella nota mensile, sottolineando che "l'indicatore anticipatore dell'economia rimane negativo a luglio, suggerendo per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza".
L'Istituto di statistica ricorda poi come il Pil nel secondo trimestre abbia registrato una variazione nulla su base congiunturale, e questo è dovuto alla dinamica della domanda interna, caratterizzata dalla sostanziale stabilità dei consumi finali nazionali, sintesi di una crescita dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di una flessione dello 0,3% della spesa della Pubblica amministrazione, e dalla contrazione congiunturale degli investimenti fissi lordi (-0,3%), determinata principalmente dalla diminuzione della spesa per macchinari, attrezzature e altri prodotti (-0,8%).
L'industria in senso stretto ha mostrato segnali di debolezza registrando una riduzione significativa del valore aggiunto (-0,8% rispetto al primo trimestre). Le attese per i prossimi mesi permangono deboli, ricorda l'Istat, secondo cui "il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è peggiorato non evidenziando segnali di particolare vivacità". Inoltre ha pesato la fase deflattiva, proseguita anche in agosto, determinando uno "scenario per i prossimi mesi che non lascia ipotizzare recuperi significativi".