Oltre la metà degli autonomi denuncia meno di 15mila euro e più del 40% meno di 10mila. Tra i redditi complessivi, meno di 3 italiani su cento superano i 70mila euro. Costo del lavoro doppio della retribuzione
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Un quarto degli italiani nel 2012 ha guadagnato meno di 10mila euro, mentre meno di 3 su 100 sono riusciti a superare i 70mila. Lo rivela l'Istat, secondo cui oltre la metà dei redditi lordi individuali (il 54%) è tra 10.001 e 30.000 euro annui, il 25,8% è sotto i 10.001 e il 17,6% è tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro. Il 55,6% dei redditi lordi individuali da lavoro autonomo inoltre è sotto i 15mila euro annui.
Dai dati dell'Istat risulta poi che il 40,3% dei redditi è sotto i 40mila, mentre il 15,3% è tra i 10 e i 15 mila euro annui.
Considerando ai redditi da pensione, la percentuale di quelli sotto i 15mila euro annui è leggermente più bassa: si scende infatti al 54,9% (di cui il 35% è inferiore ai 10mila). Se si passa al lavoro dipendente, la fetta che resta sotto i 15mila euro è invece nettamente più contenuta (il 39,1%, con il 27,5% che non arriva ai 10mila).
Costo del lavoro doppio della retribuzione - In Italia il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all'anno. La retribuzione netta che arriva al lavoratore è poco più della metà (il 53,3%), ovvero 16.498 euro.
Quindi, secondo l'Istat, "la differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari in media al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi". Quanto al reddito medio da lavoro autonomo, "al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è pari a 23.432 euro annui, il reddito netto rappresenta il 69,3% del totale (16.237 euro)".
Il costo del lavoro più elevato in Italia è nel nord-ovest (34.714), mentre quello più basso (quasi 10mila euro in meno, pari al 28,3%), si rileva al Mezzogiorno (24.885). Si conferma poi un ampio divario (-24,4%) tra il costo del lavoro per gli uomini (34.752) e quello per le donne (26.281).
Redditi: Bolzano al top - E' Milano la provincia più ricca in Italia, seguita da Bolzano, secondo gli ultimi conti economici territoriali dell'Istat. Tra le zone più povere d'Italia c'è invece il Medio Campidano (Sanluri e Villacidro), in Sardegna. Nel dettaglio, "nel 2012 Milano è la provincia con i piu' elevati livelli di valore aggiunto per abitante, pari a 46,6 mila euro; segue Bolzano". La provincia dell'Alto Adige risulta, invece, in testa per il Pil pro capite, che arriva a 39,8 mila euro. Le province che hanno "i più bassi livelli sono Medio Campidano e Agrigento, con circa 12mila euro, e Barletta-Andria-Trani e Vibo Valentia con meno di 13mila euro".
Pil pro capite: al Sud è la metà del Centronord - Con un Pil pro capite di 17,2 mila euro, il Mezzogiorno presenta "un differenziale negativo molto ampio" con il resto del Paese: il suo livello è inferiore del 45,8%, quindi quasi dimezzato, rispetto a quello del Centronord secondo i dati Istat realtivi al 2013, aggiornati secondo il nuovo sistema dei conti (Sec 2010).
In quell'anno il Pil per abitante risulta, infatti, pari a 33,5 mila euro nel Nordovest, a 31,4 mila euro nel Nordest e a 29,4 mila euro nel Centro.
Rispetto al 2011, fa notare l'Istat, si rileva una riduzione in tutte le regioni italiane, con l'eccezione di Bolzano e della Campania. In particolare, a livello regionale o di provincia autonoma, risulta in testa Bolzano con un Pil per abitante di 39,8 mila euro, seguito da Valle d'Aosta e Lombardia (rispettivamente con 36,8 e 36,3 mila euro). All'ultimo posto della graduatoria si trova la Calabria con 15,5 mila euro, un valore del 61% più basso rispetto a Bolzano e del 57% sulla Lombardia.
Carico fiscale minimo per gli artigiani - Agli artigiani il carico fiscale più contenuto (14,7%), mentre per i commercianti si supera il 15%; il carico tributario raggiunge il 20% tra imprenditori, liberi professionisti e lavoratori in proprio.