L'Istituto di statistica sta pensando all'ipotesi per contrastare il fenomeno, pari al 12,9% del Pil, in crescita tra il 2011 e il 2014
L'economia sommersa e le attività illegali in Italia valgono 206,4 miliardi di euro. Lo riferisce l'Istat, aggiungendo che il "peso" dei fenomeni nel 2013 risulta pari al 12,9% del Pil, in crescita rispetto al 12,7% del 2012 e al 12,4% del 2011. "C'è stata una tendenza all'aumento nel triennio considerato e ricordiamoci che il 2012 e il 2013 sono stati anni di forte crisi, che può avere influito", spiegano dall'istituto di statistica.
Ipotesi "conto satellite" - Vista la dimensione di questa realtà, all'Istat si sta pensando a nuove strade per conoscere meglio il fenomeno e mettere a punto efficaci "politiche di contrasto". A tale obiettivo punta il progetto di un conto satellite. "L'istituto sta procedendo a esplorare la fattibilità di un conto satellite dell'economia illegale", ha infatti dichiarato il presidente Giorgio Alleva.
Si tratterebbe di una novità assoluta perché, come chiarisce il direttore centrale della contabilità nazionale Gian Paolo Oneto, "oggi non esiste in letteratura né in altri Paesi, se non a livello molto sperimentale. Dobbiamo però capire se si può fare".
Lo scopo sarebbe quello, continua, di "cercare di capire meglio come funziona l'economia illegale, la produzione, come si trasferisce sul consumo, la relazione tra le imprese, se ci sono investimenti". Si tratta, sottolinea Oneto, "di una scommessa, di un'impresa complicata, e per ora si sta ragionando soltanto sull'ipotesi di arrivare a uno schema".