Il nostro paese dovrà vedersela da solo con gli investitori internazionali e con il rialzo dei tassi di interesse
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La Bce prepara il terreno per la fine del quantitative easing e aggiunge nuove incertezze in un mercato già in tensione per le incognite sui dazi e i timori per le prime mosse del nuovo esecutivo Lega-M5s. Il 14 giugno a Riga si terrà la riunione chiave per il timing con cui azzerare gli acquisti di Bond. A confermarlo è Peter Praet, membro del comitato esecutivo della Bce: "È chiaro che la prossima settimana il consiglio direttivo dovrà fare questa valutazione, se i progressi fatti finora sono stati tali da richiedere una graduale uscita dai nostri acquisti netti".
Weidmann: "Fine Qe entro il 2018" - Anche il numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann, ha definito "plausibili" le aspettative sull'azzeramento degli acquisti del Qe entro il 2018, aggiungendo che sarà "un primo passo nel lungo cammino verso una normalizzazione della politica monetaria". Weidamann ha anche sottolineato: "Ci si aspetta che l'inflazione torni gradualmente verso livelli compatibili con la nostra definizione di stabilità dei prezzi".
I rischi per l'Italia - Quando cesserà il Quantitative easing della Banca Centrale Europea, l'Italia dovrà vedersela da sola con gli investitori internazionali che faranno pesare il debito pubblico del nostro paese (2.302 miliardi di euro) sulla bilancia delle aste durante le quali vengono collocati i titoli di stato. Dovrà vedersela pure con l’avvio del rialzo dei tassi di interesse, anche se dovrebbero rimanere comunque bassi a lungo perché l’inflazione stenta ad arrivare vicina ma pur sempre sotto il 2%. E, infine, con un Euribor che certamente non sarà così generoso come lo è stato in questi anni, anche sul fronte dei mutui, l'Italia dovrà affrontare l'inizio dei rialzi.