Seppure inferiori rispetto a quelle diffuse in precedenza, alcune delle ultime stime disponibili sostengono che il PIL mondiale dovrebbe crescere di circa il 3%
In un suo intervento sul quotidiano tedesco Handelsblatt, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, sostiene che “nel 2017 più fattori potrebbero contribuire a una crescita più forte e più sostenibile a livello globale”. Che il Prodotto interno lordo mondiale sia destinato a crescere nel corso dell'anno, nonostante le tante incertezze, è previsto anche da diversi analisti.
La presidenza del G-20 affidata alla Germania, che potrebbe favorire l'introduzione delle riforme strutturali e delle misure che aumentano la resilienza delle maggiori economie, e il tentativo di Pechino di diminuire la dipendenza dell’economia cinese dall’export puntando sulla crescita dei consumi interni sono alcuni dei fattori elencati da Lagarde e che, a suo dire, potrebbero offrire un contributo ad una crescita economica globale attesa anche da numerosi analisti.
Seppure inferiori rispetto a quelle diffuse a giugno – l'OCSE le ha tagliate qualche mese dopo, a settembre –, le stime prevedono una crescita del 3,2% nel 2017 (contro il 2,9% previsto per il 2016), in calo dello 0,1% rispetto alle previsioni diffuse in estate. Nell'annunciare la revisione (al ribasso) delle stime, l'OCSE invitava i Paesi, che avevano adottato misure protezionistiche, ad un ripensamento, chiedendo una riduzione delle barriere tariffarie e non tariffarie al commercio, anche attraverso un'armonizzazione delle regole, per favorire il commercio e quindi la crescita economica globale.
Anche le previsioni degli analisti dell'agenzia di rating Moody's stimano una crescita per l'economia mondiale del 3% nel 2017 e nel 2018, superiore dunque a quella attesa per il 2016 (+2,6%). Ad incidere positivamente saranno le performance di Stati Uniti (+2,2%) – la precisione delle stime dipenderà comunque da un fattore ancora sconosciuto: la politica economica del presidente eletto Donald J.Trump – e delle economie emergenti (India, Cina, Brasile…).
Non mancherà comunque il contributo dei Paesi del G-20 – sigla che raccoglie le economie industrializzate –, che, sempre secondo Moody's, dovrebbero crescere in media del 5% nel 2017 e nel 2018 rispetto al +4,4% del 2016. La Banca centrale europea (BCE) ha aumentato invece la stima di crescita dell'eurozona per il 2017, alzandola dall'1,6% previsto in settembre all'1,7%.
E l'Italia? Anche per il nostro Paese gli analisti hanno abbassato le stime di crescita. Lo hanno fatto tanto quelli dell'OCSE – l'organizzazione parigina prevede un incremento dello 0,8% nel 2017 contro il +1,4% stimato in precedenza – quanto quelli di Moody's, secondo cui il Prodotto interno lordo italiano aumenterà dello 0,9% nel 2017 (dall'1,3%).