"Diamo una mano a chi non ce la fa. L'Italia non va ancora bene come vorremmo, ma un po' meglio di prima", dice il premier
"L'Italia non va ancora bene come vorremmo, ma un po' meglio di prima". Lo dice il premier Matteo Renzi illustrando la legge di Stabilità 2017 con il decreto che chiude Equitalia, rottamando interessi e mora delle cartelle. "Il testo - spiega - è improntato su merito e bisogno, competitività ed equità: aiutiamo chi ci prova e diamo una mano a chi non ce la fa". "Nel 2018, se resto, taglio l'Irpef. La crescita probabilmente sarà superiore", auspica.
"E' una manovra per l'Italia e gli italiani ed io credo che oggi ci siano tanti anti-renziani che possono dire di essere contenti perché c'è qualcosa in più per loro". E' la definizione del premier che, se fosse necessario, non teme di dover ingaggiare un braccio di ferro con Bruxelles per ottenere l'ok ad una legge di bilancio, costruita, è la tesi del governo, in tempi di circostanze eccezionali tra emergenza migranti e ricostruzione post-terremoto.
Ma anche se i rivali sono numerosi, il premier adotta un profilo istituzionale: lascia al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan la risposta ad una domanda sul giudizio Ue e auspica in Parlamento "un confronto senza odio personale e ideologia". Un aplomb che non perde neanche quando un cronista gli fa un assist, citando uno scenario catastrofico su una crescita dimezzata in caso di sconfitta al referendum. "Io non mi azzarderei mai di mettere in una slide un'affermazione così", ironizza evitando spot elettorali.
Il premier è convinto che parlino le misure, incentrate "su competitività ma anche equità", unito al tradizionale mantra dell'abbassamento della pressione fiscale. Scelte che secondo Renzi si rivolgono in modo trasversale a tutti gli elettori, non solo quelli del Pd. Così come, ripete il capo del governo, la riforma istituzionale potrà piacere e convincere anche gli elettori di centro-destra e grillini perché taglia poltrone e costi della politica e semplifica le istituzioni.
Sui numeri finali della legge Renzi afferma: "Sono 27,5 miliardi di spending, però la spending è 'review'. Il che vuol dire che se prendo i soldi dalle siringhe e li metto sui farmaci oncologici non è taglio alla spesa ma è revisione della spesa. Il valore totale della manovra, aumentato di 2 miliardi, arriva a 26,5 miliardi".