Per Confinudustria prosegue la ripresa della produzione. Tuttavia i consumi restano deboli
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Ad aprile la produzione industriale aveva fatto registrare un calo dello 0,3% rispetto a marzo (escluso il comparto dell'auto che, al contrario, sta crescendo a ritmi elevati), dopo gli incrementi dei precedenti due mesi, a conferma di un periodo altalenante nonostante la risalita economica dell'Italia che comunque osserviamo dall'inizio dell'anno.
Al di là delle attuali incertezze legate al contesto internazionale, la crisi elllenica soprattutto, il trend positivo dovrebbe riconsolidarsi molto presto, almeno stando alle previsioni del Centro Studi di Confindustria. Nel mese di maggio si è registrato un +0,3% nella produzione industriale su aprile e anche per giugno è previsto un ulteriore balzo dello 0,2%.
Il buon momento emerge, poi, da quello che è il risultato trimestrale: nel secondo trimestre del 2015, infatti, è stimato un aumento della produzione pari allo 0,5%, mentre nel primo era stato evidenziato un miglioramento dello 0,3%.
Su base annua, invece, la produzione industriale è cresciuta a giugno dell'1,2% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Nel mese di maggio l'incremento era stato di +1,5% sul maggio 2014, dunque in lieve rallentamento.
Alcune settimane fa, ancora il Centro Studi Confindustria, notava come da settembre 2014 a marzo la produzione industriale fosse cresciuta dell'1,4%. L'incremento più importante riguarderebbe il manifatturiero (1,9%) e non solo grazie all'export come era avvenuto nel recente passato, ma anche il fatturato interno si è attestato quasi agli stessi livelli (+3,3% il fatturato estero, +3,2% quello interno).
Ma la buona notizia che si rilevava era da un lato la risalita degli investimenti e dall'altro il miglioramento nell'indice di fiducia, elementi che sostengono la ripresa dei consumi, al momento ancora debole. In particolare grazie a un mercato del lavoro più dinamico (anche se a maggio, come registrato dall'Istat, è rimasto stabile il tasso di disoccupazione, mentre è di nuovo calato il numero degli occupati) e una migliore situazione salariale. Il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto secondo l'Istat dello 0,8% sull'anno, il rialzo maggiore dal 2007. In compenso è diminuita dello 0,2% la spesa delle famiglie rispetto al trimestre precedente, ma in aumento dello 0,1% su base annua.