OTTIMISMO AL MINISTERO

Padoan: "L'Italia è uscita dalla recessione e l'Ue ci darà una mano"

Il ministro fiducioso sul via libera dell'Unione Europea alla clausola di flessibilità

21 Apr 2015 - 20:38
 © ansa

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"L'economia italiana è uscita dalla recessione". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, aprendo in Senato il suo intervento sul Def davanti alle commissioni Bilancio congiunte. "La crescita del Pil sarà dello 0,7% nel 2015, dell'1,4% nel 2016 e dell'1,5% nel 2017 - ha aggiunto Padoan -. Si tratta di previsioni prudenziali ma i primi dati sono incoraggianti".

L'Iva non salirà - Il ministro si è poi detto convinto che ci sarà uno stop alle clausole di salvaguardia: "il minor gettito - dice Pier Carlo Padoan in audizione sul Def - sarà compensato in parte da tagli di spesa per 0,6% punti di Pil". "Il Governo intende approfittare al meglio della finestra di opportunità resa possibile dal quadro macroeconomico".

Padoan ha poi detto: "Sono fiducioso della positiva accoglienza per la clausola di flessibilita' da parte della Commissione Ue e del Consiglio". Il ministro dell'Economia ha parlato in audizione in Parlamento su Def riferendosi al parziale scostamento italiano dal raggiungimento dell'Mto (l'obiettivo di medio termine) con un pareggio al 2017.

Il Def "conferma un netto cambiamento di marcia nella situazione economica e finanziaria del Paese". Aggiunge Padoan secondo cui "il Governo agirà per sostenere la ripresa evitando un aumento fiscale e rilanciando gli investimenti".

L'economia è ripartita - "Il contesto più favorevole consente una ripresa più rapida e una crescita maggiore di quanto previsto". Pier Carlo Padoan parla poi dei numeri del Def in cui ci sono "previsioni prudenziali" e l'azione del governo "è rafforzata non certo indebolita dalla finestra di opportunità che va capitalizzata nel lungo periodo".

Privatizzazioni confermate nei prossimi 4 anni - Padoan ha poi fatto un passaggio sulle dismissioni: "Le operazioni previste sono confermate: gli introiti per dismissioni (immobiliari e azionarie) sono valutati in 1,7 punti di Pil nel quadriennio con un contributo importante per collocare il debito su un sentiero discendente".

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