Un progetto prova a sensibilizzare i cittadini dell'Unione europea sull'utilizzo di acqua. Invitando a un consumo più "intelligente" e responsabile
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Una pinta di birra equivale a 170 litri d'acqua. Una tazza di caffè a 132 litri. Un paio di scarpe di cuoio a 8547 litri. Tanta è l'acqua che serve per produrre cibi e vestiti di uso comune. Un problema per le risorse idriche dell'Europa che, sebbene ricca di "oro blu", non presenta una distribuzione uniforme di falde acquifere sul suo territorio. Ecco allora un sito che diffonde i dati del consumo di acqua in modo interattivo e divertente. Si chiama Imagine all the water e fa parte di Generation Awake, una campagna europea nata un anno fa per il consumo intelligente. Un modo per rendere più consapevoli i cittadini e per aiutare vecchia Europa e pianeta.
La campagna invita a fare attenzione alla propria "impronta idrica". Si tratta di un indicatore che misura l'uso pro capite di acqua contenuto nei beni e i servizi che consumiamo. Secondo gli scienziati dell’Università di Twente (Olanda), l’impronta idrica media globale per consumatore tra il 1996 e il 2005 è stata di 3800 litri al giorno (1385 metri cubi all'anno). Cifre insostenibili per il pianeta come dimostrano anche una serie di video animati.
Di una pizza si dice che equivalga a 1216 litri di acqua. Per produrre la mozzarella e i pomodori usati per il condimento si utilizza infatti la stessa quantità di acqua che si consumerebbe in una doccia lunga due ore e mezza. Per le scarpe di cuoio sono necessari più di 8 mila litri ovvero l'acqua per l’irrigazione delle colture destinate all’alimentazione delle mucche la cui pelle viene trattata per ottenere il cuoio.
L'invito è quello di utilizzare nel modo più efficiente possibile gli oggetti che si posseggono. Nel caso delle scarpe si consiglia di acquistarne un nuovo paio solo quando se ne ha davvero bisogno. I
n quel caso le vecchie scarpe dovranno essere portate nel più vicino centro di riciclaggio o in un negozio di articoli d’occasione. Un piccolo sforzo in grado di garantire un consumismo sostenibile.