L'Agenzia spaziale europea ha "misurato" gli effetti delle emissioni di CO2 su tutti i mari del pianeta grazie a telecamere termiche e sensori a microonde
Dallo spazio arriva un muovo mezzo per tenere sotto controllo lo stato di salute degli oceani del pianeta. L'Agenzia spaziale europea (Esa) ha diffuso le immagini provenienti dal satellite Smos che rivelano il livello di acidificazione dei mari dovuta alle emissioni di CO2, in molti casi indefinibile attraverso il prelievo fisico di campioni d'acqua. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Science and Technology.
Dati allarmanti - Ogni anno gli oceani "accolgono" pi� di un quarto delle emissioni globali di CO2 da combustibili fossili e la produzione di cemento. Questo processo influisce sul ph dell'acqua di mare, rendendolo pi� acido e mettendo a repentaglio la vita degli ecosistemi subacquei. Per questo motivo � necessario un monitoraggio costante delle variazioni di acidit� degli oceani, garantito dal satellite Smos.
I sensori del satellite - I risultati ottenuti sono frutto del progetto internazionale basato sui dati del satellite Smos (Soil Moisture Ocean Salinity) dell'Agenzia spaziale europea (Esa) e coordinato dall'universit� britannica di Exeter. Il tutto evitando i tempi e gli spostamenti legati al prelievo di campioni d'acqua in aree non sempre accessibili, come alcune zone dell'Artico. I dati sulla salinit� degli oceani sono stati rilevati da un'orbita collocata a circa 700 chilometri di altezza, grazie a delle telecamere termiche e sensori a microonde a bordo di Smos. Combinando questi i dati su temperatura e salinit�, si pu� dedurre l'acidificazione dei mari in modo veloce e per aree molto pi� grandi rispetto a quelle considerate finora.