Il sistema del Lawrence Berkeley National Laboratory consiste nel "degradare" la parete cellulare delle piante, senza interferire con la produzione agroalimentare
I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory, negli Usa, hanno messo a punto una tecnica per ricavare biocarburanti economici a partire dall'erba delle praterie. E il tutto senza intaccare lo stato di salute dell'industria agroalimentare. Per riuscirci, gli scienziati hanno scelto una variet� di erba molto diffusa nelle praterie americane: il Panicum virgatum. Il sistema consiste nel degradare la parete cellulare delle piante per creare biomasse adatte alla produzione di biocarburanti.
Erba geneticamente modificata - L'obiettivo dei ricercatori americani era individuare un modo per incrementare la resa energetica dell'erba, abbattendo i costi di produzione dei biocarburanti. Una sfida non facile, perch� il meccanismo utilizzato per degradare le pareti cellulari vegetali, portandole a rilasciare gli zuccheri necessari ad avviare il processo di fermentazione delle biomasse, � un processo costoso. L'unico modo per aggirare questo ostacolo, ha spietato il coordinatore dello studio Benjamin Schwessinger, era "modificare geneticamente la struttura della parete cellulare delle piante".
I prodigi della proteomica - I ricercatori hanno cos� "ricostruito" il proteoma (cio� la struttura delle proteine) del Panicum virgatum. Un'impresa a dir poco ardua, dato che le pareti vegetali sono composte da centinaia e centinaia di proteine. E grazie alle analisi effettuate sui germogli di questa particolare erba, i ricercatori ne hanno identificate ben 1.750. Il prossimo step � lo studio della funzione di ogni proteina, per valutare le tipologie pi� adatte alla produzione di biocarburanti.