La nuova "follia" giapponese: creazioni di cartone animate da Switch e dai suoi controller. Tgcom24 l'ha provato in anteprima per voi
di Gian Luca Rocco© ign
Chissà quante volte, da bambini o da ragazzi, vi sarà capitato di costruire un aereo di carta e pensare: “Come sarebbe bello se ci potessi attaccare un motore e potesse volare davvero e non andare a spiaccicarsi sulla cattedra…” (ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale). Sappiate che ora è possibile grazie a Nintendo Labo, l’ultima trovata della casa giapponese che unisce l’arte di piegare carta e cartone per realizzare oggetti ad una tecnologia capace di trasformali in giocattoli animati. Tgcom24 ha potuto toccare con mano e provare in anteprima (l’uscita ufficiale è prevista per il 27 aprile) questi “origami 3.0”.
COSTRUIRE Si parte rimboccandosi le maniche: all’interno del kit di Nintendo Labo si trovano, oltre alla cartuccia del gioco, le sagome di cartone da assemblare per creare i vari oggetti. Due i kit che verranno lanciati: uno contenente il necessario per la creazione di una tuta robot, l’altro, il “kit assortito”, con le sagome per realizzare una macchinina radiocomandata, una canna da pesca, una casa, una moto e un pianoforte.
Una volta lanciato il gioco, sullo Switch compariranno le istruzioni per il perfetto montaggio dei nostri “origami”. Finita la fase di assemblaggio, i più intraprendenti potranno buttarsi sulla decorazione e personalizzazione della propria creature (momento Art Attack) con “mezzi propri” o con il set di vernici e accessori dedicato che sarà in commercio al lancio del prodotto.
GIOCARE Per iniziare l’esperienza di gioco basta ora inserire i controller nel “giocattolo” che abbiamo deciso di costruire. Ed ecco che la nostra macchinina di cartone si trasforma in un veicolo radiocomandato in cui i controller fanno da ricevitore e da motore, mentre lo Switch diventa il radiocomando, con tanto di telecamera a infrarossi per guidare al buio.
Se invece abbiamo deciso di lanciarci sulla costruzione del pianoforte, con l’inserimento dei controller, avremo uno strumento musicale funzionante e lo Switch sarà lo spartito da leggere.
Gli amanti dell’en plein air avranno invece scelto di provare la propria manualità con la realizzazione della canna da pesca: è quindi ora il momento di tentare di catturare qualche preda nel mare… Mare in cui si è “trasformato” lo Switch. E con tanto di sensazione di pesci che abboccano e lenza che tira e strattoni vari. Il necessario insomma, come ben sanno gli autentici Sampei, per una realistica esperienza di pesca.
SCOPRIRE Nintendo Labo non si esaurisce però in un’esperienza creativa e di gioco, ma riserva anche una sorpresa dal carattere più didattico. Inserendo la modalità “Scoperta” si viene infatti introdotti ai segreti degli oggetti che abbiamo costruito. Si può quindi sia apprendere come funzionano e interagiscono le parti di cartone con la tecnologia della console, sia imparare a costruire pezzi di ricambio per i nostri “origami”, ma anche scoprire utilizzi alternativi dei giocattoli costruiti.
SECONDO NOI Nintendo Labo è un’esperienza che unisce quindi l’elettronica alla più primordiale delle tecniche, quella di piegare la carta per realizzare oggetti. Due mondi che sembrano lontani anni luce e invece trovano una sintesi nella creatività dei designer, nella versatilità di Switch e nella follia di chi ha pensato a uno sviluppo simile per quella che, comunque, dovrebbe essere “solo” una console.
Nintendo come l’Apple di Steve Jobs? Per certi versi il paragone è sensato: la tecnologia che diventa accessibile a tutti, la sintesi di vecchi e nuovi concetti per realizzare qualcosa di mai visto prima. In più, una visione “familiare”, un modo di giocare capace di unire le generazioni: padri e figli che, gomito a gomito, costruiscono i Toy-Con. Madri creative che aiutano nella decorazione e poi, magari, sfidano i figli in una battuta di pesca.
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Certo, qualche dubbio non manca, soprattutto sulla resistenza degli oggetti costruiti e sulla longevità dei minigiochi nei quali cimentarsi. Ma l’impressione è che le sorprese, da qui all’uscita del 27 aprile (quando ci sarà peraltro finalmente riconsegnata la nostra macchinina radiocomandata con la testa di elefante, per ora sotto embargo), non siano finite, ma, anzi, siano solo all’inizio. Così come le potenzialità di Switch.