I primi passi su Minecraft, parte dodicesima

Minecraft: binario alimentato, parte 1

Mettiamo in pratica quello che abbiamo imparato sulla pietra rossa

29 Mar 2018 - 09:47
 © ign

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Nelle scorse settimane abbiamo appreso le basi sul funzionamento di un circuito di pietra rossa. Le possibilità che questo materiale apre, come detto, sono sterminate; cominciamo da un meccanismo semplice, utilizzando unicamente materiali reperibili nel mondo principale, evitando di chiamare in causa dimensioni non ancora esplorate.

Come mostrato nell’immagine, quello che andremo a costruire sarà un binario alimentato con l’aggiunta di uno scambio regolato da un segnale di pietra rossa. Osserveremo passo passo i componenti necessari (senza soffermarci su quelli già affrontati nei precedenti appuntamenti), osservando poi separatamente i circuiti che lo compongono per capirne meglio il funzionamento.

Nella galleria che vedete qui sopra abbiamo le ricette che ancora mancavano all’appello e che ci serviranno per comporre il nostro circuito. Vale la pena notare alcune cose: i binari alimentati sono certamente più costosi delle loro controparti “inerti”, sostituendo lingotti d’oro a quelli di ferro, ma non servirà costruire l’intera ferrovia con loro – ci arriveremo tra poco; per recuperare le palle di gelatina dovremo andare a caccia di gelatine, dei nemici verdastri e saltellanti.

Queste creature si possono trovare in qualsiasi bioma a una profondità di almeno 40 oppure nelle paludi, in particolar modo di notte ma mai con la luna nuova – e con un picco di probabilità se in cielo è visibile la luna piena. Gli esemplari più grandi sono molto pericolosi, per cui fate attenzione! Se siete unicamente interessati alle palle di gelatina, potete ignorarli: soltanto i mostri più piccoli ne lasceranno cadere qualcuna, una volta abbattuti.

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I binari alimentati prendono segnale da fonti adiacenti. Sono in grado inoltre di trasmettere tra loro il segnale, come si può vedere nell’immagine, perdendo potenza solo dopo nove blocchi. Un carrello, transitando su un binario alimentato, riceve una spinta che lo porta immediatamente alla massima velocità raggiungibile; i successivi binari alimentati non forniscono ulteriore accelerazione, ma prevengono la decelerazione.

Questa spinta si perde gradualmente sui binari convenzionali, più o meno velocemente a seconda dell’inclinazione della rotaia. Su un circuito piano, per evitare che i carrelli si fermino potete inserire un binario alimentato ogni sette. Un binario alimentato inattivo (privo di segnale) frena i carrelli che vi transitano.

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Il metodo di trasmissione del segnale in verticale che abbiamo visto la scorsa settimana è molto semplice, ma ha un difetto: funziona soltanto per inviare un input dal basso verso un output in alto. Per fare il contrario, è sufficiente creare un meccanismo come quello mostrato qui sopra.

Costruiamo due colonne lasciando tra loro un blocco di distanza. Ricaviamo, distruggendo i blocchi superflui, lo schema presentato: a un blocco della colonna di destra deve corrispondere un vuoto nella sinistra, e viceversa. Ora posizioniamo un’unità di pietra rossa sulla parte superiore di ogni blocco delle colonne, dopodiché completiamo il tutto con delle torce di pietra rossa sui lati mostrati in figura.

Collegate il vostro input dall’alto all’unità di pietra rossa sulla sommità e l’output in basso all’ultima torcia. Il funzionamento è identico a quello già mostrato la settimana scorsa: le torce di pietra rossa spente fungono da ponte per il segnale che può così correre su altezze differenti.

Per oggi è tutto, appuntamento alla settimana prossima per completare lo scambio semi automatico: impareremo cos’è una T flip-flop per poi mettere insieme tutti i pezzi del puzzle!

 


 

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