Secondo un'indagine dell'Europol, la nuova tendenza è filmare la violenza mentre il cliente decide in tempo reale cosa vedere
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Le organizzazioni criminali stanno sviluppando una nuova tipologia di video pedo-pornografici davvero inquietanti: filmati “pay-per-view” nei quali è lo spettatore a dirigere la violenza verso il minore, facendo le veci di un vero e proprio regista. Lo rivela un’inchiesta sul cyber-crime pubblicata dall’Europol – Agenzia Anticrimine Europea, dal titolo Strategic Assessment of the Commercial Sexual Exploitation of Children Online ("Stima strategica dello sfruttamento sessuale dei minori online a fini commerciali").
Dall’indagine è emerso che sono numerosissimi i siti web che trasmettono in streaming video di violenze sui minori. Dei 1.138 url sospettati di pedopornografia, registrati dall’International Association of Internet Hotlines e inviati agli esperti di cyber-crime dell’Europol, quasi la metà (esattamente 516) hanno server ospitati negli StatiUniti. In Russia, Kazakhistan e Giappone se ne trovano più di 300. Sono soprattutto i siti asiatici a offrire agli utenti la possibilità di seguire stupri di minori on demand e di “dirigere” le violenze dello stupratore in tempo reale. Secondo il report esistono dei veri e propri “brand” riconducibili a differenti tipi di video; tra questi ci sarebbe un ristretto numero di “distributori di alto livello estremamente prolifici”.
La natura impermanente dei video in streaming rende particolarmente difficile scovare sia i criminali che distribuiscono il materiale sia i maniaci che lo fruiscono, spiega l’Europol. Inoltre questi video si trovano su reti oscurate come la TOR (“The Onion Router”), i cui siti non vengono indicizzati dai motori di ricerca e sono accessibili solo tramite specifiche applicazioni, che rendono anonima ogni operazione. L’acquirente riesce a nascondersi facilmente dai controlli usando metodi di pagamento alternativi, ad esempio la valuta digitale Bitcoin, invece di una normale carta di credito o PayPal. “Non abbiamo ancora informazioni sufficienti per segnalare BitCoin come il metodo di pagamento preferito in Europa, per il commercio di materiale pedo-pornografico – rivela il documento – ma, in un ambiente internazionale più ampio, esso rappresenta una preoccupante attrattiva, grazie al relativo anonimato che il servizio garantisce”.
Troels Oerting, capo dello European Cybercrime Centre, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di tenerci aggiornati su queste reti sofisticate che distribuiscono questo tipo di materiale, attraverso il cyberspace, ai pedofili di tutto il mondo, compresa la Comunità Europea. Mi sorprende sempre come il disgustoso abuso di bambini continui a svilupparsi, e come gli scaltri e creativi cyber criminali offrano metodi sicuri per distribuire – addirittura dal vivo – questo orribile materiale per soldi a una significativa fetta di mercato. L’esecuzione della legge ha bisogno di focalizzarsi ancora di più su questo uso illegale di internet e di impegnare un sistematico sistema di intelligence per prevenire e indagare il crimine raccogliendo e condividendo informazioni. Lo dobbiamo a tutti quei bambini che sono stati traditi da coloro di cui normalmente dovrebbero fidarsi, gli adulti”.