IL PIANO ANTITERRORISMO

Obama: "Guideremo la lotta all'Isis" Cameron smentisce ministro: sì a raid

Il presidente Usa presenta il piano antiterrorismo: attacchi aerei e sostegno alle forze sul campo per distruggere l'organizzazione "con una strategia articolata e prolungata". La Gran Bretagna si contraddice: prima il no ai raid, poi l'intervento del premier: "Non si può escludere"

12 Set 2014 - 01:42

Il presidente Barack Obama ha presentato il suo piano antiterrorismo e ha ribadito agli americani che gli Stati Uniti guideranno una coalizione anti-Isis, ma senza inviare truppe in Iraq. All'alleanza parteciperanno anche dieci Paesi arabi. La campagna sarà portata avanti utilizzando gli attacchi aerei e sostenendo le forze sul campo. "L'obiettivo è chiaro: indebolire e distruggere l'Isis con una strategia antiterrorismo articolata e prolungata".

La maxi-coalizione araba per combattere l'Isis in Iraq e Siria è formata da Arabia Saudita e Bahrein, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Oman, Egitto, Iraq, Giordania e Libano. "Voglio - sottolinea Obama nel suo discorso, anticipato dalla Casa Bianca - che gli americani capiscano che non sarà come la guerra in Iraq e in Afghanistan. Non saranno coinvolte truppe americane sul suolo straniero".

"La campagna che stiamo per iniziare - ha spiegato il presidente - sarà uno sforzo continuo e senza sosta per eliminare la minaccia dell'Isis ovunque si trovi, utilizzando la nostra potenza aerea e sostenendo le forze alleate sul campo. Questa strategia è quella che abbiamo perseguito con successo in Yemen e in Somalia per anni".

"L'Isis è un cancro, servirà tempo" - Obama ha avvertito che ci vorrà del tempo "per sradicare un cancro come l'Isis", ricordando che "ogni volta che conduciamo un'azione militare ci sono dei rischi". Ma, ha aggiunto, "viviamo in un'epoca di grandi cambiamenti". Oggi, "è il 13.mo anniversario degli attacchi al nostro Paese. La prossima settimana saranno sei anni da quando la nostra economia ha subito il colpo più duro sin dalla grande Depressione", ma nonostante questo e altro, "l'America è in una posizione migliore per cogliere il futuro di ogni altro Paese al mondo".

Nessuna fiducia in Assad - Il presidente degli Stati Uniti ha poi sottolineato come gli Usa sosterranno militarmente l'opposizione siriana. "Nella lotta all'Isis - ha detto - non ci possiamo fidare del regime siriano di Assad che terrorizza il suo popolo".

La Cia: "Dai 20 a 31mila i combattenti in Iraq e Siria" - L'Isis dispone di una forza composta da un minimo di 20mila ad un massimo 31.500 combattenti in Siria e Iraq, secondo una nuova stima della Cia che di fatto raddoppia e triplica le valutazioni precedenti che si aggiravano sui 10mila uomini. Lo ha affermato un portavoce della Cia citato dalla Cnn, secondo cui si tratta di un totale che "riflette l'aumento del reclutamento sin da giugno, dopo i successi sul campo e la dichiarazione del califfato".

Il ministro degli Esteri inglese: "Non parteciperemo ai raid" - "La Gran Bretagna non parteciperà ai raid aerei contro l'Isis in Siria". Lo ha chiarito il ministro degli Esteri di Londra, Philip Hammond, dopo che Barack Obama ha annunciato l'allargamento degli attacchi alle zone di confine tra Iraq e Siria. Hammond ha aggiunto che la decisione "non sarà rivista e ha ricordato l'opposizione a un intervento militare espressa l'anno scorso dal Parlamento britannico.

Ma il premier Cameron lo smentisce: "Mai dire mai" -Il premier britannico David Cameron ha affermato di "non escludere nulla" riguardo una azione militare contro l'Isis. La dichiarazione di fatto contrasta con quanto affermato in precedenza dal ministro degli Esteri, Philip Hammond, che escludeva la partecipazione di Londra ai raid aerei dopo l'annuncio del presidente americano Barack Obama.

Russia: "I raid Usa sono un'aggressione" - Secondo Aleksandr Lukasehvich, portavoce del ministero degli Esteri russo, gli attacchi aerei Usa contro gli estremisti dell'Isis senza il consenso di Damasco e in assenza di decisioni del consiglio di sicurezza dell'Onu sarebbero "un'aggressione, una grossolana violazione del diritto internazionale".

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