GUIDA DELLO STATO ISLAMICO

Spose bambine e mogli sottomesse: ecco il manifesto delle combattenti Isis

Una milizia tutta al femminile dello Stato islamico ha diffuso il "decalogo" su un forum di lingua araba. Le autrici sono le soldatesse della brigata di Al-Khanssaa

05 Feb 2015 - 15:54
 © ansa

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Le bambine si possono sposare dall'età di nove anni, le ragazze dovrebbero comunque arrivare al matrimonio entro i 16 o 17 anni e non devono andare a lavorare. Così si legge su un documento realizzato da un gruppo di donne combattenti dell'Isis in Iraq e in Siria. Il testo, un vero e proprio "Manifesto delle donne dello Stato islamico", detta una serie di regole e comportamenti che devono scandire la vita della "perfetta musulmana".

Le norme Isis per l'altra metà del cielo, scrive il "Guardian", sono state pubblicate su un forum jihadista in lingua araba e, secondo i media, è stato elaborato dalla "brigata" di Al-Khanssaa, una milizia composta di sole donne che fa parte dello Stato islamico. Nella traduzione inglese del "decalogo", definito come un documento semi-ufficiale dell'Isis, si dice che le ragazze devono restare chiuse in casa e uscire solo in circostanze eccezionali. E' preferibile che una donna rimanga nascosta o velata dietro le mura domestiche: negozi di moda e saloni di bellezza vengono indicati come "diabolici".

Per il momento non si tratta di un documento ufficialmente adottato dall'Isis, ma è comunque un testo che serve a "chiarire il ruolo delle donne musulmane e la vita che si desidera per loro". Ancora, il manifesto spiega in cosa deve consistere l'educazione delle ragazze, che si devono dedicare agli studi religiosi legati al Corano e alla comprensione delle norme che regolano il matrimonio e il divorzio. Inoltre devono imparare i lavori di cucina, saper tessere e cucire. Dai 13 ai 15 anni devono concentrarsi sulla sharia, ma anche sulle attività manuali, in particolare quelle legate a crescere e allevare i figli. Inoltre devono studiare la storia dell'Islam, la vita del profeta e dei suoi seguaci.

Il documento boccia poi il modello della donna occidentale, la donna che esce e che lavora, venendo a contatto con "idee corrotte e scadenti e non con il credo religioso".

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