L'immagine dall'ultimo raid rafforza l'appello dell'Onu sulla sorte della città siriana legata a quella dei bambini, le prime vittime di questa guerra civile che imperversa nel Paese da cinque anni
Insanguinato, impolverato, immobile, spaventato, muto, con lo sguardo rassegnato e perso nel vuoto. Dopo l'ennesimo bombardamento su Aleppo, nella notte, un bimbo di cinque anni, Omran, è stato ripreso mentre viene estratto vivo dalle macerie insieme ad altri piccoli e alcuni adulti. Per fortuna le ferite da lui riportate sono di lieve entità, ma nei suoi occhi c'è tutto l'orrore di una guerra civile che imperversa in Siria dal 2011. Così, questo piccolo innocente, seduto nell'ambulanza, mentre tutt'intorno si scatena il caos dei soccorsi dopo i raid, diventa il nuovo simbolo di una tragedia che vede i minori come prime vittime, in una strage di Erode, denunciata sia dal Papa che dall'Onu, che più passano gli anni più sembra infinita.
Attivisti dell'opposizione siriana hanno diffuso questo drammatico video girato da Aleppo Media Center, diventato virale sul Web in poche ore grazie al tweet di un giornalista del Telegraph. Protagonista, suo malgrado, Omran Daqneesh, 5 anni, salvato dalle macerie dopo un devastante attacco aereo sulla città divisa in due tra ribelli e governo e teatro di continui bombardamenti. Il suo volto sporco di sangue, il suo corpicino impolverato dalla testa ai piedi raccontano meglio di tante parole la guerra in atto in Siria.
Nelle immagini del salvataggio, si vede uno dei soccorritori prendere in braccio il bimbo dalle macerie e trasportarlo fino all'ambulanza; poi metterlo delicatamente su una sedia per tornare velocemente a prendere altri piccoli feriti. Omran è lì fermo, coperto di polvere, ha un'aria stanca e stordita e con la manina si toglie il sangue dal volto. E' stato curato, riferiscono poi i medici al Telegraph, per delle ferite alla testa ed è stato dimesso. Più difficile sarà far cicatrizzare le ferite della sua anima.
Quell'attacco aereo sul distretto di Qaterji, riferiscono sempre gli attivisti, ha causato otto morti, tra cui cinque minori. Tra i feriti, insieme a Omran, altri quattro bambini, una donna e due ragazzi.