Accusati di omicidio di loro compagno di viaggio. I genitori: "Siamo allibiti, presenteremo subito ricorso"
Sono stati condannati all'ergastolo, dal tribunale di Varanasi, in India, Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, i due giovani arrestati nel febbraio del 2010 con l'accusa di avere ucciso Francesco Montis, loro compagno di viaggio. "Siamo allibiti, i nostri legali presenteranno subito ricorso", dice Marina Maurizio, la mamma di Tomaso, 27 anni di Albenga. Le motivazioni della sentenza saranno rese note soltanto lunedì.
Tomaso Bruno, 27 anni di Albenga, ed Elisabetta Boncompagni, 37 anni di Torino, erano arrivati in India insieme a Francesco Montis, che all'epoca aveva 31 anni. I tre si erano conosciuti a Londra e avevano deciso di fare insieme una vacanza a Varanasi, nell'Uttar Pradesh, una delle città più antiche del mondo. Francesco ed Elisabetta erano fidanzati.
La mattina del 4 febbraio 2010, Francesco si era sentito male, i due amici avevano chiesto aiuto al personale dell'hotel Buddha di Chentgani, alla periferia della città, dove alloggiavano.
Subito soccorso, il giovane era morto in ospedale. Ma l'autopsia aveva riscontrato sul suo corpo sei lividi, segno di una colluttazione. Tomaso ed Elisabetta furono arrestati con la convinzione che avessero ucciso Francesco per sbarazzarsi di lui.
Gli inquirenti non hanno mai preso in considerazione la lettera dalla madre del giovane morto, che riferiva che il figlio era malato e aveva problemi respiratori.