Napolitano ha inteso dare una "soluzione a una vicenda senza precedenti". Il Colle nel concedere la grazia si è ispirato al principio che si cerca di far valere per i marò in India
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Con la grazia concessa al colonnello Usa Joseph L. Romano III, coinvolto nel caso Abu Omar, il Presidente Giorgio Napolitano ha inteso dare una "soluzione a una vicenda considerata dagli Stati Uniti senza precedenti" e ovviare "a una situazione di evidente delicatezza". Lo rende noto il Quirinale. "Il Capo dello Stato ha tenuto conto del fatto che il presidente Obama ha posto fine a un approccio alle sfide della sicurezza nazionale", aggiunge.
Il Presidente della Repubblica, concedendo la grazia al militare americano della Nato, si è ispirato "allo stesso principio che si cerca di far valere per i nostri due marò in India".
"La decisione - fa sapere il Colle - è stata assunta dopo aver acquisito la documentazione relativa alla domanda avanzata dal difensore avvocato Cesare Graziano Bulgheroni, le osservazioni contrarie del Procuratore generale di Milano e il parere non ostativo del ministro della Giustizia. A fondamento della concessione della grazia, il Capo dello Stato ha, in primo luogo, tenuto conto del fatto che il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, subito dopo la sua elezione, ha posto fine a un approccio alle sfide della sicurezza nazionale, legato ad un preciso e tragico momento storico e concretatosi in pratiche ritenute dall'Italia e dalla Unione Europea non compatibili con i principi fondamentali di uno Stato di diritto".
"D'altra parte - si legge nella nota del Quirinale - della peculiarità del momento storico dà conto la stessa sentenza della Cassazione che, pur escludendo che il Romano - come gli altri imputati americani - potesse beneficiare della causa di giustificazione dell'avere obbedito all'ordine delle Autorità statunitensi, ha però ricordato 'il dramma dell'abbattimento delle torri gemelle a New York e il clima di paura e preoccupazione che rapidamente si diffuse in tutto il mondo' e ha evidenziato 'la consapevolezza che ben presto maturò di reagire energicamente a quanto accaduto e di individuare gli strumenti più idonei per debellare il terrorismo internazionale e quello di matrice islamica in particolare', consapevolezza alla quale conseguì l'adozione da parte degli Stati Uniti di drastici provvedimenti".
"In secondo luogo - prosegue il comunicato - il Capo dello Stato ha tenuto conto della mutata situazione normativa introdotta dal d.P.R. 11 marzo 2013, n. 27 che ha adeguato al codice di procedura penale del 1988 le modalità e i termini per l'esercizio da parte del ministro della Giustizia della rinuncia alla giurisdizione italiana sui reati commessi da militari Nato consentendo tale manifestazione di volontà in ogni stato e grado del giudizio. In particolare, il sopravvenire di tale nuova disciplina costituisce sicuramente un fatto nuovo e rilevante il quale avrebbe fatto emergere un contesto giuridico diverso, più favorevole - nel presupposto della tempestività della rinuncia - all'imputato".
"In definitiva - conclude la nota - con il provvedimento di grazia, il Presidente della Repubblica nel rispetto delle pronunce dell'autorità giudiziaria ha inteso dare soluzione a una vicenda considerata dagli Stati Uniti senza precedenti per l'aspetto della condanna di un militare statunitense della Nato per fatti commessi sul territorio italiano, ritenuti legittimi in base ai provvedimenti adottati dopo gli attentati alle Torri Gemelle di New York dall'allora Presidente e dal Congresso americani. L'esercizio del potere di clemenza ha così ovviato a una situazione di evidente delicatezza sotto il profilo delle relazioni bilaterali con un Paese amico, con il quale intercorrono rapporti di alleanza e dunque di stretta cooperazione in funzione dei comuni obiettivi di promozione della democrazia e di tutela della sicurezza".
Gli Usa plaudono alla grazia - L'ambasciata americana in Italia ha accolto con estremo favore la decisione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di concedere la grazia al colonnello Joseph L. Romano, coinvolto nel caso Abu Omar. Gli Stati Uniti, si legge in una nota dell'ambasciata Usa a Roma, apprezzano il contesto di amicizia italo-americana nel quale la decisione è maturata.
Pentagono: "Apprezziamo decisione di Napolitano" - "Apprezziamo la decisione del presidente Napolitano in linea con la visione comune dei nostri governi circa i termini dell'accordo militare previsto dal Sofa (States of Forces Agreement) con l'Italia". Così il maggiore Robert A.Firman, portavoce del Pentagono, a nome degli Usa, commenta la grazia concessa al colonnello Romano.