La denuncia da Stoccolma: agenti senza scrupoli offrono passerelle a ragazze che escono dalla clinica dove curano ana e bulimia. Contattata una 14enne in sedia a rotelle
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Chiamateli sciacalli. Chiamateli avvoltoi. Chiamateli come volete ma l’importante è che chiamiate subito forze dell’ordine e psichiatria se dovesse accadere anche in Italia quanto denunciato dal quotidiano svedese The Local nei giorni scorsi. A Stoccolma alcuni non meglio precisati talent scout di non meglio precisate agenzie di modelle hanno contattato ragazze in cura presso la più grande clinica svedese per disturbi alimentari. Tradotto: hanno offerto un lavoro da fotomodella a ragazze anoressiche.
Il primo episodio un anno fa. Poi qualcun altro è tornato alla carica. Ora, visto anche il clamore mediatico, questi personaggi stanno alla larga dal Centro per Disordini Alimentari di Stoccolma ma non è detta l’ultima parola. Solare il male che può fare un approccio del genere a chi lotta per tornare ad accettarsi, per imparare a inghiottire di nuovo un boccone di carne. E, soprattutto, a tenerlo nello stomaco.
La denuncia - A svelare la nuova cinica frontiera della sciacallaggio modaiolo è stata Anna-Maria af Sanderberg, responsabile dell’equipe medica che segue i pazienti al Centro. “E’ ripugnante - ha detto alla stampa scandinava - pensare a gente che staziona fuori dal parco della clinica per avvicinare le nostre pazienti”. I talent scout vedono che le ragazze sono molto magre e fingono di non vedere che sono molto malate. Una paziente in cura a Stoccolma può avere l’indice di massa corporea pari a 14 mentre una donna in salute si piazza tra un minimo di 18,5 e un massimo di 24.9.
La clinica di Stoccolma può ospitare fino a 1700 pazienti, di ogni età e sofferenti dei più disparati disturbi alimentari, curabili in day hospital piuttosto che lungodegenti (con spazi anche per le famiglie dei pazienti).
La sedia a rotelle e il biglietto da visita - Uno degli episodi più disgustosi del "corteggiamento" a pochi passi dalle corsie dell'ospedale ha visto protagonista una paziente ancora così schiava di ana da essere inchiodata su una sedia a rotelle. In un’altra occasione, il contatto si è spinto oltre: non solo la promessa verbale di un ingaggio all'uscita del giardinetto del Centro ma un biglietto da visita lasciato nelle mani secche di una 14enne. La ragazzina ha poi raccontato tutto alla madre, una dipendente proprio della clinica. “L’ho chiamato e gli ho spiegato che mia figlia è malata - ricorda Chistina Lillman-Ringborg, all’agenzia svedese TT - e mi sono sentita dire che loro avvicinano persone normalmente magre, in salute e non obbligano nessuna a perdere peso”. Come dire: non è colpa nostra se tua figlia è così malata da non reggersi in piedi, per noi può sfilare.
Nessuno sa niente - Va da sé che nessuna agenzia svedese di modelle conosca ufficialmente o abbia mai sentito parlare di questa forma di scouting “estremo”. All’agenzia France Presse Fredo Kazemi, direttore di Elite Model Management, ha definito l’accaduto “disgustevole e contro ogni etica”. Gli sciacalli - evidentemente - sono free lance, imprenditori di se stessi.