Giuliano, 20enne genovese già indagato per arruolamento con finalità di terrorismo, dopo essersi convertito all'Islam aveva preso il nome di Ibrahim. Sarebbero una cinquantina gli italiani nel Paese, anche se gli 007 precisano: "Casi isolati, non siamo un serbatoio di terroristi"
E' lo studente Giuliano Ibrahim Delnevo, 20 anni, il giovane genovese morto in Siria combattendo contro il governo di Assad. La sua vicenda era stata anticipata da "Il Giornale". Giuliano, che dopo essersi convertito all'Islam aveva assunto il nome di Ibrahim, era indagato a Genova per il reato di arruolamento con finalità di terrorismo.
Oltre un anno fa il giovane si era recato sul confine tra Siria e Turchia, e i suoi spostamenti erano stati segnalati ai nostri servizi segreti. In seguito Giuliano sarebbe entrato in contatto con un gruppo di volontari ceceni: proprio quell'incontro, secondo quanto riferisce il Giornale, lo avrebbe portato a unirsi ad uno dei gruppi più estremisti impegnati sul fronte della guerra civile siriana.
Ibrahim si era convertito quattro anni fa, ma solo più recentemente aveva maturato la decisione di combattere. Tra le foto postate sulla sua pagina Facebook appare quella di Abd Allah Yusuf al-Azzam, il fondamentalista al quale si ispirò Osama bin Laden e al quale Al Qaeda ha intitolato alcuni suoi gruppi militanti.
"Almeno 50 connazionali in Siria" - Come lui, secondo fonti della comunità del mondo arabo, sarebbero decine, "45-50", le persone partite dall'Italia per unirsi ai ribelli in Siria. Gli "italiani" si troverebbero soprattutto nel nord, e tra questi ci sarebbe anche una donna.
Comunità islamica: "Si notava perché vestito come un sufi" - L'imam di Genova, Salah Hussein, racconta che Gabriele Ibrahim Delnevo "non veniva a pregare nel nostro centro, ma ricordo di averlo visto a qualche nostro incontro perché era vestito come un sufi", con una lunga tunica bianca e il copricapo a cono.
Altri cinque indagati per terrorismo - Assieme a Giuliano Ibrahim Delnevo, la Procura di Genova ha iscritto sul registro degli indagati altre cinque persone tra le quali alcuni maghrebini e un italiano che, viene specificato, "non è genovese". Per tutti, ma a diverso titolo, è stato ipotizzato il reato di addestramento con finalità di terrorismo internazionale.
I servizi: "Casi singoli, non siamo un bacino di reclutamento" - Per Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza, nonostante la vicenda di Delnevo in italia "non c'è un bacino di reclutamento, ma solo delle individualità. Il fenomeno del reclutamento è molto meno diffuso per quanto riguarda il nostro Paese rispetto ai nostri partner occidentali. Ma stiamo attenti: il fai da te è sicuramente un pericolo e si dimostra come il web sia una potente forma di auto-addestramento e auto-reclutamento".
Bonino: non c'è un flusso di terroristi dall'Italia - A conferma delle informazioni diffuse dagli 007, è intervenuta anche Emma Bonino. "Non credo proprio che si sia di fronte a una possibile ondata di terroristi islamici in partenza dall'Italia", ha detto il ministro degli Esteri commentando la vicenda del giovane genovese. "Sappiamo che era lì, ma non sappiamo veramente niente altro", ha aggiunto la Bonino.