Per il vice ministro degli Esteri russo le conclusioni tratte dagli esperti Onu sono "politicizzate, faziose e unilaterali"
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Damasco ha consegnato a Mosca elementi che proverebbero che le forze di opposizione sarebbero coinvolte nell'uso di armi chimiche lo scorso mese. Lo ha riferito dalla capitale siriana il vice ministro degli esteri Sergei Riabkov. "Queste prove devono essere analizzate", ha osservato Riabkov, aggiungendo però che al momento la natura delle conclusioni tratte dagli esperti Onu appare politicizzata, faziosa e unilaterale".
Con l'Onu e gli Stati Uniti, dunque, si prospetta un muro contro muro sulla relazione degli ispettori delle Nazioni Unite. Anche perché, per il Cremlino, il "ruolo chiave" nello smantellamento dell'arsenale chimico siriano è dell'organizzazione per il divieto delle armi chimiche e non del Consiglio di sicurezza dell'Onu, cui spetta solo un ruolo di supporto sul piano della sicurezza e della logistica.
"Noi - ha spiegato Riabkov - partiamo dal fatto che il ruolo chiave appartiene all'organizzazione per il divieto di armi chimiche. Non crediamo che il Consiglio di sicurezza abbia un ruolo guida. Il Consiglio di sicurezza deve supportare gli sforzi, offrire supporto dal punto di vista della sicurezza, della logistica". E, infine, "crediamo che altri Paesi, membri permanenti e non del Consiglio di sicurezza dell'Onu, debbano unirsi a questo lavoro".