Per la Procura svedese il fondatore di WikiLeaks, che dal 2012 è rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, "né colpevole né innocente". Ma Scotland Yard: "Mandato di cattura resta valido"
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La procura svedese ha archiviato le indagini sulle accuse di stupro nei confronti del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, ritirando il mandato di cattura europeo nei suoi confronti. Da 5 anni Assange è rifugiato all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra per sfuggire alla richiesta di estradizione da parte dei giudici di Stoccolma. Assange ha sempre temuto che, se fosse stato trasferito in Svezia, potesse essere estradato negli Usa.
Subito dopo l'annuncio della richiesta di archiviazione un'immagine sorridente di Assange è stata diffusa sul suo profilo Twitter. "Sono stato detenuto per 7 anni senza un'accusa mentre i mie figli crescevano e il mio nome veniva diffamato. Non perdono né dimentico", ha aggiunto in un tweet successivo. E affacciandosi dal balcone dell'ambasciata ha detto: "La vera guerra è appena cominciata". Secondo il legale di Assange, la decisione della Svezia implica che il fondatore di WikiLeaks può lasciare l'ambasciata dell'Ecuador a Londra. Assange sarebbe intenzionato a chiedere asilo politico alla Francia.
"È una vittoria totale per Julian Assange. È contento e sollevato, ma critica il fatto che si sia tardato così tanto", ha dichiarato l'avvocato E. Samuelsson, parlando all'emittente pubblica Radio Svezia. Il legale ha quindi chiarito che non si sa quando Assange potrà lasciare la sede diplomatica, ma ha aggiunto che la Svezia "non opporrà alcun ostacolo a che lo faccia" perché "è fuori dal gioco". Secondo quanto ha raccontato, l'avvocato ha informato il suo cliente della notizia con un sms, al quale Assange ha risposto: "Sul serio? Oh mio Dio!".
La decisione di archiviare le indagini sulle accuse di stupro nei confronti di Assange è stata presa, come spiega la Procura svedese, perché non c'è la possibilità di arrestarlo "per l'immediato futuro". Il processo potrebbe essere riaperto qualora il fondatore di WikiLeaks tornasse in Svezia prima che il reato cada in prescrizione, ciò entro il 2020. Il procuratore svedese Marianne Ny ha spiegato che "non viene dato nessun giudizio di colpevolezza né di innocenza".
WikiLeaks lancia ora la sua sfida alla Gran Bretagna. Le autorità britanniche, si legge in un tweet dell'organizzazione, "si rifiutano di confermare o negare se abbiano ricevuto una richiesta di estradizione dagli Usa". Un atteggiamento che, accusa WikiLeaks, nasconderebbe il tentativo di mescolare le carte per impedire ad Assange di lasciare da uomo libero l'ambasciata dell'Ecuador a Londra.
Al momento, in effetti, Scotland Yard si è affrettata a dire che per la Gran Bretagna il mandato di cattura resta al momento valido - pur essendo cadute "le accuse più gravi", ossia quelle di stupro avanzate a suo tempo da Stoccolma - poiché l'attivista australiano si era a suo tempo rifiutato di presentarsi di fronte al tribunale britannico che avrebbe dovuto decidere se estradarlo alla Svezia.
Un escamotage, secondo Wikileaks, che potrebbe nascondere il tentativo di aggiustare ex post le carte di un nuovo procedimento giudiziario, questa volta americano, per aver divulgato centinaia di migliaia di documenti diplomatici e dei servizi segreti militari americani. "La decisione su Assange spetta alla polizia, non al governo", ha commentato la premier britannica Theresa May. Rispetto a una eventuale domanda di estradizione degli Usa per il fondatore di WikiLeaks, la May ha risposto che le richieste "vengono analizzate caso per caso".